Zero risorse per le Regioni, ma c’è l’intesa

Antonio Sciotto

L’incontro a Palazzo Chigi. Il miliardo necessario per la sanità non viene fuori dal confronto tra Renzi e i governatori, ma Chiamparino stoppa la protesta. Il nodo fondi rinviato a due tavoli tecnici. Restano insoddisfatti solo i tre presidenti di centrodestra Maroni, Zaia e Toti: «Aria fritta». La legge di Stabilità a questo punto può filare liscia

Alla fine il miliardo in più neces­sa­rio per il sistema sani­ta­rio nel 2016 non è sal­tato fuori, ma l’incontro del governo con i pre­si­denti di Regione ha segnato comun­que un punto a favore del pre­mier Mat­teo Renzi. Che è riu­scito a “disin­ne­scare” la con­te­sta­zione accesa qual­che giorno fa da Ser­gio Chiam­pa­rino. Il coor­di­na­tore dei gover­na­tori ha giu­di­cato il ver­tice «posi­tivo», e subito dopo l’esecutivo ha fatto sapere che il decreto «Salva Regioni» — lasciato in stand by per tutta la gior­nata pro­prio per aspet­tare l’esito del con­fronto — verrà inse­rito nell’ordine del giorno del con­si­glio dei mini­stri di domani. A con­te­stare la legge di Sta­bi­lità sono rima­sti solo i gover­na­tori del cen­tro­de­stra, il trio Maroni-Zaia-Toti, che par­lano di «aria fritta» e di un fac­cia a fac­cia «insoddisfacente».

Sin dall’uscita di lunedì di Chiam­pa­rino — «Il sistema Regioni è a rischio soprav­vi­venza» — il pre­mier aveva ten­tato di rom­pere il fronte dei gover­na­tori, e ieri il pre­si­dente del Pie­monte, almeno stando a quanto face­vano sapere dalla mag­gio­ranza Pd, già all’inizio della riu­nione si è tro­vato più iso­lato, con col­le­ghi come Rossi o Emi­liano che nel frat­tempo si erano ammor­bi­diti ed erano diven­tati più dia­lo­ganti. Ma retro­scena a parte, l’escamotage per smor­zare la pro­te­sta sulla sanità si è indi­vi­duato nella costru­zione di un «per­corso», da qui all’approvazione della legge di Sta­bi­lità, e di due tavoli tec­nici, sui far­maci e i costi stan­dard, che dovranno ridi­se­gnare le spese sani­ta­rie per fare in modo che quel miliardo salti fuori.

Che il pro­blema non sia stato con­cre­ta­mente risolto, ma che il giu­di­zio della pre­si­denza delle Regioni sia comun­que posi­tivo, lo con­ferma lo stesso Chiam­pa­rino in con­fe­renza stampa dopo l’incontro, a cui aveva par­te­ci­pato il pre­mier Renzi, affian­cato dai mini­stri della Salute, dell’Economia e della Pub­blica ammi­ni­stra­zione: «La valu­ta­zione di que­sto incon­tro è posi­tiva, per la tem­pe­sti­vità e per­ché è stata sta­bi­lita un’intesa di per­corso e di merito che ci può por­tare a con­di­vi­dere la legge di sta­bi­lità», spiega quindi Chiam­pa­rino, anche se «riman­gono due i pro­blemi: i 4,2 miliardi di tagli che deri­vano dal pre­gresso — due miliardi inci­dono per il minor aumento del fondo sani­ta­rio, il resto insi­ste sugli altri com­parti — men­tre il secondo tema è la sanità: c’è un aumento di un miliardo. I conti dicono che il costo com­ples­sivo da coprire è di 2 miliardi tra con­tratti, far­maci inno­va­tivi, Lea (livelli essen­ziali di assi­stenza, ndr)».

Pro­blemi che ver­ranno appunto affron­tati nei tavoli tec­nici, che lavo­rano su alcuni punti del Patto per la salute già fir­mato in pas­sato da governo e Regioni, e quindi in quella sede — dice Chiam­pa­rino — «si capi­ranno le rica­dute finan­zia­rie di que­sto lavoro, e se quel miliardo già stan­ziato può essere suf­fi­ciente, o se invece dovrà essere imple­men­tato nel 2016, e poi negli anni successivi».

Nelle risorse per la sanità, ha fatto sapere il governo, non dovranno essere con­si­de­rati 120 milioni stan­ziati per il rin­novo del con­tratto, finan­ziati a parte.

Que­sta mat­tina si riu­nirà la Con­fe­renza delle Regioni, per discu­tere l’esito dell’incontro di ieri, e Chiam­pa­rino ha annun­ciato che pro­porrà di dare «un parere posi­tivo sulla Legge di sta­bi­lità die­tro l’accoglimento di alcuni emen­da­menti». «Capi­sco che pos­sano pre­va­lere ragioni di appar­te­nenza poli­tica — ha poi detto Chiam­pa­rino, a chi gli faceva notare che alcuni gover­na­tori sono usciti delusi dall’incontro e hanno par­lato di «aria fritta» — ma quando vedo che il metodo è quello giu­sto o lo sono alcuni fatti di merito come i 120 milioni pre­vi­sti per i con­tratti sani­tari, se que­sta è aria fritta, mi viene voglia di dire “viva l’aria fritta”».

Il gover­na­tore della Lom­bar­dia Roberto Maroni, pur con­fer­mando che ai tavoli la sua regione sarà comun­que pre­sente, spiega il per­ché della sua delu­sione: «Aria fritta, le solite pro­messe ripe­tute — dice rife­ren­dosi all’incontro — Abbiamo chie­sto di aumen­tare il fondo che è stato ridotto, ci hanno detto di no. Abbiamo chie­sto di attuare i costi stan­dard, ci hanno detto che si farà un tavolo che forse nel 2016 por­terà a qual­che risul­tato. Quindi per parte mia asso­luta insoddisfazione».

Stesse cri­ti­che dal gover­na­tore ligure Gio­vanni Toti e dal veneto Luca Zaia: «Grandi risate non ce ne siamo fatte», dice Toti, rife­ren­dosi alla bat­tuta di Renzi («Ora con le Regioni ci diver­tiamo»). E Zaia con­clude: «Io non chiedo un miliardo o mezzo miliardo, ma che si pre­mino i vir­tuosi e si puni­scano gli spre­coni. Oggi invece il metodo è tagliare a tutti».

fonte: il Manifesto

http://ilmanifesto.info/zero-risorse-per-le-regioni-ma-ce-lintesa/