Stiamo vivendo un periodo molto caotico, in cui si possono fare cose importanti.
La prima (a cui dedichiamo l’immagine di questa newsletter) è attivarsi in vista dei prossimi referendum per il lavoro, di cui ancora il Governo – ed è molto grave- non ha ancora fissato la data.
La seconda è sostenere la raccolta di firme promossa dai comitati nazionali del 4 dicembre per chiedere una legge proporzionale. PER FIRMARE LA PETIZIONEhttps://www.change.org/p/restituire-la-sovranit%C3%A0-agli-elettori
La Grecia è di nuovo sotto pressione per nuove misure di austerità da parte delle istituzione europee e del FMI. Per sostenere la Grecia contro queste assurde richieste Susanna Camusso, Francesca Chiavacci, Andrea Camilleri, Stefano Rodotà, Vezio De Lucia, Luigi De Magistris, Olga Nassis, Renato Accorinti, Monica Di Sisto, Anna Falcone, Paolo Favilli, Carlo Freccero, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Marco Revelli e Lorenza Carlassare hanno lanciato un appello importante che si può sottoscrivere. PER LEGGERLO E FIRMARE
E due GRANDI MOBILITAZIONI sono in preparazione:
- lo sciopero globale delle donne per l’8 marzo costruito da NON UNA DI MENO: tutte le info a questo link
- la mobilitazione La Nostra Europa a Roma dal 23 al 25 marzo in occasione dei 60anni dalla firma dei trattati di roma.
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Documento frutto dell’incontro promosso da L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS il 28 gennaio a Roma.
Il mondo sta cambiando vorticosamente e drammaticamente – e l’Europa è travolta da questi cambiamenti. Dobbiamo cambiare anche noi. Questo ci siamo ripetuti sabato 28 gennaio a Roma nella assemblea di Altra Europa con Tsipras.
Brexit, vittoria di Trump, il crescere di movimenti nazionalisti e xenofobi: tutto ci dice che l’insofferenza e la rivolta contro le conseguenze di ingiustizia e povertà delle politiche liberiste può anche prendere la strada della risposta di destra.
Ma il mondo sta cambiando anche a sinistra: l’illusione di riuscire a moderare o ridurre gli effetti perversi del liberismo sta fallendo. I popoli, gli elettori, gli uomini e le donne non ci stanno più. Scendono in lotta, protestano, rivendicano, disobbediscono. Ma le classi dirigenti si ostinano a non capire, a ignorare, a cercare di mettere a tacere.
Anche in Italia questa volta abbiamo vinto, il 4 dicembre. Non da soli, insieme a noi hanno votato tanti che la pensano molto diversamente, ma è la nostra scommessa che ha vinto, portare il disagio sociale a sostenere e ad agire per la Costituzione. Perché sono i giovani e il Mezzogiorno tra i protagonisti in carne e ossa di questa vittoria.
È stata una grande vittoria popolare, eppure nel nostro paese non cambia nulla. Mentre tutto il mondo cambia, anzi precipita. Certo, il premier è un altro. Ma non basta il volto cortese e pacato di Paolo Gentiloni a mascherare la restaurazione in corso. Perché di questo si tratta: cancellare il risultato del referendum.
Va in questa direzione la sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto il referendum sull’articolo 18 con argomenti che non convincono. Per non dire del discusso pronunciamento sull’Italicum.
Il voto è l’unica strada possibile: sia il voto sui referendum sociali sia il voto politico, li chiediamo entro il 2017. È già successo nel 1987, è sufficiente una legge specifica, basta volerlo.
La sentenza della Corte che, accanto all’impianto proporzionale ha lasciato il premio di maggioranza al 40 per cento, è deludente e spinge alla ricerca di patti e alleanze disegnati a tavolino, tra forze di tutti gli orientamenti che guardano solo a se stesse e ai propri equilibri interni. Ma non è così che si può dare rappresentanza a questo popolo, così resta un vuoto enorme. Non vogliamo, e non servirebbe, metterci intorno a un tavolo per costruire l’architettura della sinistra.
L’alternativa, la nuova politica e un percorso per un soggetto che rappresenti questo popolo – il soggetto che manca nella scena politica – possono nascere dall’azione costituente di chi è stato protagonista della vittoria del 4 dicembre, con un orizzonte non meramente limitato alle scadenze elettorali.
Sono coloro che hanno dato vita ai comitati per il No, studenti, movimenti sociali, chi ha animato i referendum NoTriv, le donne che con grande vitalità hanno riempito le piazze, cittadini e cittadine che nelle città hanno creato esperienze alternative nelle elezioni amministrative, coloro si mobilitano contro i trattati commerciali, contro le privatizzazioni, per la scuola pubblica e costituzionale, coloro praticano solidarietà e lotta per i diritti dei migranti, emarginati, nuovi poveri, militanti politici ( aderenti o meno ai soggetti della sinistra) che in questi anni hanno continuato a credere nella necessità dell’alternativa.
I soggetti politici della sinistra- tra cui anche noi de L’altra Europa con Tsipras- si sono impegnati generosamente per la vittoria al referendum costituzionale, ma non è dalla relazione tra i soggetti politici che la soluzione può arrivare.
Come Altra Europa con Tsipras, come già è successo nella campagna referendaria, ci mettiamo al servizio di chi crede al cambiamento, lavorando perché non si ceda alla tentazione del ritorno a casa. Vogliamo lavorare per focalizzare i principi che ci ispirano, le questioni reali che vogliamo risolvere, quelle per cui vale la pena di lottare, cercare una voce, dotarsi di rappresentanza. Questo è il lavoro da fare insieme. Insieme abbiamo vinto il referendum, usiamo la forza che abbiamo scoperto di avere.
Il primo obiettivo per impedire la restaurazione è far vivere i referendum sul lavoro e il reddito, sull’Art.1 della nostra Carta, per cui pretendiamo che il governo ne fissi subito la data. Occorre attivare subito comitati, che non siano limitati alla data (da conquistare) referendaria. Come subito pretendiamo le elezioni politiche, con una legge elettorale proporzionale.
Il secondo obiettivo per cui lavoriamo è che i tanti nuovi protagonisti del 4 dicembre facciano un deciso passo avanti, aprano il confronto, lancino un percorso e grandi appuntamenti per definire insieme quali sono i principi che ci ispirano, quali le lotte e gli obiettivi, quale la rappresentanza da costruire.
Serve al paese, serve all’Europa, serve a tutte/i noi.
L’Altra Europa con Tsipras
Esito dell’incontro del 28 gennaio 2017 a Roma