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Il laboratorio del paese
In Sicilia ha votato meno del 47% degli aventi diritto, nonostante la rosa dei candidati offrisse una gamma di scelta abbastanza varia
(C’era la destra di Musumeci, il centrodestra di Renzi, il centrodestra 2.0 di Grillo, la lista di sinistra di Fava e il folclore locale degli indipendentisti) e nonostante nulla vietasse agli elettori che non si riconoscevano in tali schieramenti di presentarne degli altri.
Ciò significa che per la maggioranza assoluta dei siciliani è indifferente che la loro regione sia governata da questo o da quello, anche se poi sono i primi a lamentarsi di chi li governa e a dire che sono tutti uguali, compresi coloro che non hanno mai governato. Intanto, che siano candidati indagati per mafia o candidati minacciati dalla mafia, che siano persone integerrime o parassiti che hanno impoverito la collettività, per loro, alla prova dei fatti, è la stessa identica cosa.
Più che una ferita, un’offesa per la democrazia, perché se gli elettori rinunciano a decidere, vuol dire che della democrazia non sanno che farsene e potrebbero tranquillamente vivere anche sotto una dittatura.
Così, se domani qualcuno dovesse privarli del diritto di voto, non se ne accorgerebbero nemmeno né, tanto meno, si batterebbero per difendere qualcosa di cui non vedono l’utilità e non sentono il bisogno.
E se la Sicilia è il laboratorio del paese…
E se la Sicilia è il laboratorio del paese…
fonte: Quartopensiero
http://www.quartopensiero.it/2017/11/il-laboratorio-del-paese.html