di Renzo Barricelli. Ma davvero ci sono buoni motivi per non andare a votare ? Io non ne ho trovato neanche uno. Perciò non rinuncio al mio diritto di voto.
Ho passato in rassegna tutti i problemi , da quelli grandi, planetari a quelli piccoli e ho constatato che tutti mi riguardano, tutti influiscono sulla mia vita e su quella di ogni essere umano.
Sarei tentato di dire che tutti i nostri problemi dipendono dalla politica, forse proprio tutti no ma quasi tutti si. Infatti, a pensarci bene, è proprio così: più mi disinteresso della politica e la politica decide senza tener conto dei miei bisogni, dei miei problemi, delle mie aspirazioni.
Ovviamente non posso occuparmi direttamente di di tutti i problemi tutti i giorni dell’anno ma ho il diritto di farmi rappresentare da persone di mia fiducia.
Soltanto fino a poche decine di anni fa, questo diritto in Italia era negato. Poi è stato concesso solo ai maschi ricchi, successivamente è stato allargato ad altri ceti.
Ma Soltanto nel 1946, dopo la sconfitta della dittatura fascista, il diritto a eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni del potere politico è stato conquistato per tutti i cittadini maggiorenni, senza distinzione di sorta. E c’era ancora qualcuno che voleva escludere le donne!
E’ chiaro che chi decideva veramente , a cominciare dai ceti più ricchi andava bene essere in pochi a decidere sugli affari e tutti gli altri a subire, senza alcun diritto.
E brutali repressioni per chi osava protestare per le condizioni miserabili di vita e le ingiustizie e i soprusi insopportabili. Repressione per chi chiedeva il diritto di voto. Repressione per chi chiedeva il diritto di associazione. Repressione per chi chiedeva la libertà di parola e di stampa.
Repressioni in tutti i modi possibili: eserciti e polizie che sparano sulla gente, arresti, condanne, licenziamenti. Chiusure e devastazioni di sedi di associazioni e di giornali.
E adesso che cosa succede?
Proviamo a passare in rassegna soltanto gli ultimi dieci anni: C’è stata una crisi economica con pesanti conseguenze per milioni e milioni di persone nel mondo. E anche in Italia.
Qui da noi è successo che il governo di allora, presidente Silvio Berlusconi, ha negato l’esistenza della crisi e quindi non ha preso i provvedimenti di politica economica necessari per affrontarla.
Negli Stati Uniti d’America dove era scoppiata la crisi, avevano diagnosticato che la causa era l’assenza di regole per gli affari finanziari delle grandi banche e delle grandi imprese multinazionali.
La politica economica liberista (o neo liberista) dei governi conservatori e di destra (vedi Tacher in Inghilterra e Regan negli USA) avevano tolto le regole per lasciare ogni libertà alle imprese asserendo che così si sarebbe sviluppata l’economia nell’interesse di tutti.
La crisi si espande anche in Europa. I governi non trovano di meglio che insistere con politiche economiche liberiste e di tagli alle spese con le conseguenze sociali che tutti vediamo.
Anziché sottoporre a severa critica la politica liberista e provare a cambiarla, in particolare in Italia, gli stessi che ci governano ci dicono che le colpe sono della politica e dei politici.
Attenzione, non dicono di quale politica e di quali politici. Ci dicono che tutti sarebbero responsabili allo stesso modo.
Fanno nascere l’antipolitica e ci nascondono le responsabilità di una precisa politica, quella che hanno fatto in tutti questi ultimi dieci anni: la politica liberista.
Ci nascondono anche le responsabilità del sistema economico e delle persone che lo guidano ai livelli più alti. Come se delle cose che succedono in campo economico loro non c’entrassero nulla.
Lor signori non smettono mai di fare politica, la loro politica per i loro interessi.
Io pensionato ma anche tu donna, tu giovane, tu lavoratore non vedo perché mai dovremo rinunciare a votare.
A me pare chiarissimo: quelli che vogliono difendere, tutelare i propri interessi non rinunciano al voto.
C’è una grossa differenza tra un sindaco come Monica Chittò e un seguace di Matteo Salvini come Di Stefano.
Il voto al ballottaggio di domenica 25 giugno per Monica Chittò sarà sicuramente utile per fare questa grossa differenza.