Vodafone: governi intercettano conversazioni

Edward Snowden al festival South By Southwest, il 10 marzo 2014.

Datagate

La Vodafone rivela che i governi intercettano le conversazioni dei suoi utenti

La compagnia telefonica Vodafone ha rivelato che alcuni governi hanno accesso alle comunicazioni dei suoi utenti in Europa e nel mondo. Il 6 giugno l’azienda ha pubblicato un documento sulla trasparenza, intitolato Law Enforcement disclosure report, che mostra le attività di sorveglianza da parte degli stati nei confronti dei loro cittadini.

Secondo la Vodafone esiste un sistema di sorveglianza collegato direttamente ai suoi network che permette alle organizzazioni governative di registrare i contenuti e la geolocalizzazione delle conversazioni dei cittadini. Secondo gli attivisti per la privacy questo sarebbe “uno scenario da incubo”, scrive il Guardian. La Vodafone sostiene di non essere la sola azienda di telecomunicazioni coinvolta in queste attività.

Senza mandato. Sistemi di sorveglianza di questo tipo, spiega il Guardian, non hanno bisogno di un regolare mandato per essere attivati, quindi le aziende non possono neanche sapere chi viene intercettato. Il documento della Vodafone confermerebbe le rivelazioni di Edward Snowden, che ha denunciato le attività di spionaggio di massa dell’Nsa e di altre agenzie governative.

L’appello della Vodafone. Secondo le leggi della maggior parte dei 29 paesi dove opera la Vodafone (tra cui c’è anche l’Italia), le agenzie di intelligence dovrebbero presentare un mandato per avere accesso alle conversazioni, ai tabulati telefonici, alle email, ai messaggi di testo e alle chat su internet. In sei di questi paesi (l’azienda non dice quali) le cose funzionano in modo opposto: gli operatori telefonici sono obbligati per legge a installare sistemi di accesso diretto alle comunicazioni degli utenti.

La Vodafone ha chiesto di disconnettere tutti questi sistemi di accesso diretto alle conversazioni e ha chiesto ai governi implicati di cambiare le leggi sulla privacy. “Gli stati dovrebbero scoraggiare le agenzie a sorvegliare le comunicazioni dei cittadini senza un regolare mandato”, ha commentato l’azienda.

Secondo la Vodafone, inoltre, tutti i governi dovrebbero pubblicare ogni anno una lista con tutte le autorizzazioni emesse per controllare le conversazioni dei loro cittadini. Oltre alle telefonate e ai messaggi, la lista dovrebbe includere la sorveglianza dei metadati, cioè i dati che mostrano le coordinate delle comunicazioni: l’identità del mittente e del destinatario, la data e la durata delle conversazioni e il luogo da cui sono partite.

I dati sull’Italia. La Vodafone ha pubblicato anche un’analisi paese per paese, che mostra la quantità di richieste presentate da ogni governo. Il documento però, fa notare Gigaom, è incompleto perché si basa solo sui dati dei 13 paesi che rendono pubbliche le loro richieste.

In Italia, dove secondo il Guardian “la presenza della mafia richiede un alto livello di intrusione da parte della polizia”, la Vodafone ha ricevuto 605.601 richieste, il numero più alto in assoluto.

Dopo l’Italia, la più alta quantità di richieste sui metadati si è registrata in Repubblica Ceca (196mila). La Tanzania, uno dei paesi africani in cui l’azienda è presente, ha totalizzato 99mila richieste.

Tra i paesi che pubblicano i dati, l’Italia è in testa anche per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche per motivi legali, con 140.577 richieste. La Spagna ne ha fatte 24.212, mentre la Repubblica Ceca 7.677.

Malta, dove vivono circa 420mila persone, è la nazione più spiata in Europa in rapporto alla sua popolazione. Nel 2013 la Vodafone ha esaminato 3.773 richieste di accesso ai metadati nell’arcipelago.

fonte: Internazionale

http://www.internazionale.it/news/datagate/2014/06/06/la-vodafone-rivela-che-i-governi-intercettano-le-conversazioni-dei-suoi-utenti/