Violenza sulle donne, la campagna shock

Campagna contro la violenza sulle donne. Promossa o bocciata?
L’ideatore della Pubblicità Progresso, Vicky Gitto, spiega e difende la sua idea. Rispondendo ai commenti positivi e alle critiche che hanno invaso il web negli ultimi giorni.

È geniale. No: è una vergogna. Le immagini della campagna di Pubblicità Progresso contro la violenza sulle donne, pubblicate in esclusiva da l’Espresso , hanno innescato un vastissimo dibattito, fra Facebook, articoli, blog. Lettori ed esperti si dividono fra chi ritiene che la campagna affronti, efficacemente, il problema della discriminazione di genere, mettendolo a nudo, e chi invece ritiene che no, che ancora una volta si siano messe le donne nel ruolo di vittima – da insultare, sbeffeggiare, prendere in giro. In un modo che permette a chi lo pensa davvero, che “una ragazza da grande dovrebbe solo stirare” o “stare sotto la scrivania del capo”, di riderci su.

«Non abbiamo bisogno di scoprirlo, ancora una volta, con delle battute volgari, che le donne siano discriminate», sostiene Mario De Maglie, coordinatore del Centro di ascolto per uomini maltrattanti di Firenze : «Con quei manifesti non si è fatto altro che dare voce a dei vandali. Magari molti le hanno pensate quelle frasi. Ma solo dei vandali hanno preso un pennarello e le hanno scritte. E l’avrebbero fatto probabilmente lo stesso, qualunque fosse il soggetto dei manifesti: un uomo, una donna o un animale». «Questa critica è falsa», ribatte Vicky Gitto, direttore creativo di Young & Rubican e ideatore della campagna: «I messaggi che hanno coperto i manifesti – in brevissimo tempo – non sono generici. Non solo il dente colorato di nero su un sorriso o delle volgarità scritte a caso su un poster. Sono ingiurie specifiche rivolte alle donne».

L’intento della campagna, ribadisce Gitto, era proprio quello di provocare queste frasi: «Saremmo stati poco credibili se per l’ennesima volta ci fossimo messi su un piedistallo per dare un messaggio perentorio: “Non fare”, “Non dire”, come è scritto già su decine di pubblicità», continua il creativo: «Noi abbiamo voluto smontare il problema. Anziché denunciarlo, abbiamo fatto sì che si denunciasse da solo. Che si mettesse in mostra in tutta la sua violenza». Anche perché, sostiene Gitto, non è vero che la discriminazione di genere sia un fenomeno così riconosciuto: «Secondo le ricerche da cui è partita la campagna la maggior parte delle persone crede che il problema non esista. Che la disuguaglianza non sia poi così grave. Ecco: noi volevamo invece mostrare invece la sua diffusione».

Bisogna ammettere che ci sono riusciti: la campagna sta scatenando un dibattito che molte altre iniziative simili non erano riuscite a creare. «Ma lo hanno fatto, ancora una volta, sulla pelle delle donne, sul loro volto», commenta De Maglie: «L’obiettivo è nobile, come in molti altri casi. Ma ancora una volta a farne i conti sono le donne: dipinte come vittime e insultate». «È un errore considerare solo i manifesti», risponde ancora Gitto: «Il progetto è infatti molto più ampio», come già spiegava a “l’Espresso” Alberto Contri , il presidente di Pubblicità Progresso: “ Punto su di te ” (così s’intitola l’iniziativa) durerà due anni, e comprenderà una piattaforma web con approfondimenti e informazioni, una canzone, un concerto, una raccolta fondi.

«Dal punto di vista della comunicazione, poi, penso che aver creato questo dibattito sia di per sé un piccolo risultato», continua Gitto: «La cosa peggiore è quando si spendono soldi ed energie in campagne di sensibilizzazione e nessuno se ne accorge. Quando restano invisibili. Noi abbiamo fatto una scelta coraggiosa». «A me piacerebbe un giorno incontrare finalmente una pubblicità che metta in discussione il problema, che non lo dia per scontato», conclude Maglie: «Che non mi accusi né mi escluda come uomo. Ma instilli invece un dubbio rispetto ai nostri comportamenti. Perché una cosa è vera: siamo tutti coinvolti».

fonte: l’Espresso

Per approfondire e vedere le immagini della campagna, con le frasi dei passanti scritte in 48 ore cliccare: http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/20/news/campagna-violenza-sulle-donne-le-reazioni-1.147042#gallery-slider=1-146290