Vigili urbani chiusi per malattia

—  Antonio Sciotto, ROMA, 2.1.2015

Capodanno. Otto su 10 assenti la notte dell’1 gennaio a Roma. Presentano certificati medici, di donazione del sangue e per la legge 104 sui disabili, e subito esplode la polemica. Renzi pensa a un “Jobs Act” speciale per il pubblico impiego, la Cgil condanna chi non si è recato al lavoro: «Un boomerang, ma niente strumentalizzazioni»

L’assenza in massa dei vigili urbani la notte di Capo­danno ha offerto una straor­di­na­ria occa­sione al governo per rea­liz­zare la “seconda parte” del Jobs Act, quella dedi­cata al pub­blico impiego. Ieri la pole­mica ha tenuto banco per tutto il giorno, soprat­tutto dopo che il pre­mier Mat­teo Renzi è inter­ve­nuto via Twit­ter — addi­rit­tura con il primo tweet del 2015 — per annun­ciare un inter­vento da parte dell’esecutivo. I fatti sono più o meno noti, visto che hanno già ampia­mente tenuto banco sui media e sui social: nella capi­tale, gra­zie a un mas­sic­cio ricorso a cer­ti­fi­cati medici, dona­zione di san­gue, eso­neri per disa­bi­lità (legge 104), ben l’83,5% dei vigili si è reso total­mente uccel di bosco. E que­sto men­tre tutti gli altri ita­liani brin­da­vano (e pro­ba­bil­mente anche molti degli assenti “giu­sti­fi­cati”), ma soprat­tutto men­tre tanti altri affol­la­vano piazze e strade.

La situa­zione non si è creata a freddo, ma si inse­ri­sce in una ver­tenza più gene­rale, che vede i vigili oppo­sti da mesi al Cam­pi­do­glio, per una serie di riven­di­ca­zioni che a loro dire il sin­daco Igna­zio Marino avrebbe finora igno­rato. Così i sin­da­cati ave­vano chie­sto un’assemblea, piaz­zan­dola — e qui la loro posi­zione si inde­bo­li­sce parec­chio — pro­prio a cavallo tra il 31 dicem­bre e l’1 gen­naio: chiaro l’intento di creare disa­gio, in un momento molto deli­cato, con la gente in strada per i con­cer­toni, i botti e i brin­disi all’aperto. Il pre­fetto aveva di fatto chie­sto di rinun­ciare all’assemblea, e chie­sto ai vigili di lavo­rare: da qui la raf­fica di cer­ti­fi­cati, pre­sen­tati quindi a poste­riori — dopo il botto delle pole­mi­che — quasi come una pro­te­sta col­let­tiva, o scio­pero bianco che dir si voglia.

E men­tre la Cisl resta sulla difen­siva, e la Uil per diverse ore addi­rit­tura si arri­schia a difen­dere gli assenti — affer­mando che «erano a donare il san­gue» — la Cgil sce­glie un netto atteg­gia­mento di con­danna, spie­gando che quel com­por­ta­mento ha «dan­neg­giato tutti, soprat­tutto chi ha fatto il suo dovere la notte di Capo­danno». Quell’eroico 16,5%, insomma, che si è dovuto fare in quat­tro per coprire i turni.

Ros­sana Det­tori, segre­ta­ria gene­rale della Fp Cgil, infatti twitta: «Il nostro soste­gno ai vigili che hanno lavo­rato a #Roma il 31 notte. Lotte sba­gliate dan­neg­giano tutti. Le regole ci sono, si appli­chino». Come dire che se da un lato in effetti un errore “di cate­go­ria” ci può essere stato, e che «sin­go­lar­mente, se ci sono stati degli abusi, vanno puniti senza se e senza ma», dall’altro però il governo non deve sfrut­tare l’occasione a pro­prio van­tag­gio: «Chi oggi cerca di stru­men­ta­liz­zare, come il Pre­si­dente Renzi — dice Det­tori — ha per primo dato l’esempio, rotto ogni forma di dia­logo con le orga­niz­za­zioni dei lavo­ra­tori, cer­cato lo scon­tro». «Non serve un Jobs Act appo­sito: le norme ci sono e vanno appli­cate. Le san­zioni disci­pli­nari pre­vi­ste dal con­tratto col­let­tivo sono dure, e vanno dalla multa, alla sospen­sione arri­vando al licenziamento».

Il governo, invece, nella vicenda ci vuole entrare, eccome. Il primo tweet di Renzi lo dice chiaro: «Leggo di 83 vigili su 100 a Roma che non lavo­rano “per malat­tia” il 31dic. Ecco per­ché nel 2015 cam­biamo regole pub­blico impiego #Buon2015». E poi, a chi gli ricorda che però il Jobs Act ha evi­tato di ema­nare norme pro­prio sul com­parto pub­blico: «Prego? Le abbiamo inse­rite in un dise­gno di legge che è all’attenzione del Par­la­mento. Si chiama democrazia».

Stessa inten­zione annun­ciata dalla mini­stra della Pub­blica ammi­ni­stra­zione, Marianna Madia, anche lei via tweet: «°Roma #vigi­lias­senti ispet­to­rato mini­stero Fun­zione Pub­blica subito atti­vato per accer­ta­menti vio­la­zioni e sol­le­cito azioni disci­pli­nari». E poi: «#vigi­lias­senti avanti con #rifor­mapa per pre­miare eccel­lenze che ci sono e punire irresponsabili».

Non basta: i vigili fini­scono anche sotto la morsa incro­ciata dell’Autorità di vigi­lanza sugli scio­peri (ma va detto che que­sta in genere si muove per molto meno) e della pro­cura, che ieri ha incon­trato il coman­dante Raf­faele Cle­mente: si valu­terà se si siano pro­fi­lati anche ille­citi penali.

Infine c’è il sin­daco Igna­zio Marino: era stato pro­prio il Comune, con un lungo e det­ta­gliato comu­ni­cato, a for­nire i dati sulle assenze, le per­cen­tuali al lavoro, le giu­sti­fi­ca­zioni addotte, denun­ciando le ina­dem­pienze dei suoi stessi vigili. Il primo cit­ta­dino romano, ini­zial­mente desta­bi­liz­zato dalle inchie­ste di mafia capi­tale ma poi rial­za­tosi gra­zie al rilan­cio di una nuova giunta, non ci sta a essere asso­ciato a quelli che da tanti ieri sono stati addi­tati come «fan­nul­loni». E anzi si pre­senta come parte lesa.

Non a caso l’Ncd, Forza Ita­lia e soprat­tutto la Lega di Sal­vini sono tor­nati a chie­dere la sua testa.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/vigili-urbani-chiusi-per-malattia/