Nel segnalare ai nostri lettori questa bellissima inchiesta giornalistica sull’emergenza casa (ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE) estrapoliamo il pezzo che riguarda il nord Milano:
Siamo andati nel residence sociale “Aldo dice 26×1”, a Sesto San Giovanni; un enorme stabile dell’Alitalia occupato da diversi comitati per la casa, dove trovano alloggio quasi cento inquilini, di cui una trentina bambini. Si tratta di famiglie in emergenza abitativa, che hanno subito uno sfratto e che magari sono da anni nelle liste dell’Aler, in attesa di ricevere una casa popolare. Le loro storie si assomigliano molto: iniziano tutte con un affitto di sei-settecento euro al mese e un lavoro a basso reddito che all’improvviso viene meno. A quel punto diventa impossibile continuare a pagare e i debiti si accumulano per mesi. Fino all’arrivo dello sfratto, che tutti pensano di procrastinare, ma che alla fine bussa puntuale alla porta di casa, costringendo gli inquilini a prendere quel che possono e a lasciare l’alloggio immediatamente.
“Sono riuscita a raccogliere appena quattro stracci”, racconta Anila, sfrattata con suo marito e il loro bambino da un appartamento di Quarto Oggiaro. “I mobili e tutto il resto ho dovuto lasciarli lì, perché portarli via mi sarebbe costato troppo”. Stesso copione per Antigua, madre sola con due figli, entrambi minori: “Ho fatto in tempo a preparare due valigie e andar via. Nessuno mi ha proposto una soluzione alternativa. Mi sono ritrovata con i miei figli da sola, in mezzo alla strada. Una situazione che non auguro a nessuno”.