Nuovo testo e vecchi ballisti-Ecco la verità sul Decreto Lavoro
Sul decreto lavoro abbiamo avuto nella scorsa settimana la prova di come la narrazione dei fatti possa essere fortemente compromessa e distorta da media non obiettivi e da partiti angosciati dall’appuntamento elettorale del 25 maggio. In particolare dal Ncd che si gioca la partita della soglia di sbarramento alle Europee. Le correzioni al decreto presentate e sottoscritte da tutti i ventuno parlamentari della Commissione lavoro della Camera (da chi al congresso ha votato Cuperlo, Civati o Renzi) sono state attribuite alla «minoranza del Pd», in particolare identificata con quei parlamentari che provengono dalla Cgil.
Per il Ncd aver militato in una grande organizzazione di lavoratori è di fatto una colpa, un peccato originale per il quale non esiste pentimento sufficiente. Lo stesso discorso evidentemente non vale per quei deputati che provengono dal mondo dell’impresa o delle professioni, dalla magistratura e così via. Fatto passare questo “marchio d’infamia” si è alzato il coro indignato di chi si dichiara sorpreso dal fatto che molti ex sindacalisti siano in commissione Lavoro: è un po’ come stupirsi di trovare quotidiani e riviste dal giornalaio.
Per buona pace dei censori della destra aggiungo che nella commissione ci sono anche ex Cisl, Uil e, se comprendiamo Forza Italia, nientemeno che l’ex segretaria generale dell’Ugl Renata Polverini e che persino uno dei due rappresentanti del Ncd ha dichiarato di essere stato sindacalista della Uil. Tutte persone che, per fortuna, di lavoro dovrebbero intendersene.
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fonte: l’Unità