Il 20 gennaio 2018, a Gorizia, un municipio di un Comune italiano, nella Repubblica nata dalla Resistenza, è stato violato dalla presenza delle bandiere fuorilegge e golpiste della RSI, sventolate in nome di un malinteso senso di “amor patrio” dai nostalgici di quella parte d’Italia che, tradendo il legittimo governo in carica, scelsero di dare vita ad una repubblica golpista alleata con gli invasori nazisti; alleanza che contribuì a far proseguire ancora per quasi due anni la scellerata guerra scatenata dai nazifascisti, causando in tal modo la morte di altri milioni di persone: nei combattimenti, sotto le bombe, nei lager nazisti, ma non solo. I militi della Decima Mas (commemorata oggi a Gorizia da nostalgici, nazionalisti e fascisti) collaborarono nelle azioni di rappresaglia a fianco dei nazisti massacrando altri italiani, propri connazionali, “colpevoli” di volere un’Italia libera e non fascista. Oggi ce li presentano come difensori della patria e dell’italianità, ma noi sappiamo bene che gli italiani che combattevano nelle formazioni al fianco del Reich di Hitler combattevano contro la loro stessa patria.
Oggi abbiamo sentito dichiarare da più parti che è giusto commemorare chiunque abbia lottato ed è morto per le proprie idee: a quando una commemorazione solenne anche per Adolf Hitler? Oppure, per fare un paragone coi giorni nostri, dovremmo rendere onori anche ai kamikaze sedicenti dell’Isis che in nome delle loro idee provocano stragi nel mondo?
Manifestazioni come quella di stamattina a Gorizia non solo sono inaccettabili politicamente ed umanamente, ma va aggiungo che l’esposizione di vessilli e simboli fascisti costituisce violazione di legge.
Non dobbiamo permettere ai fascisti di tornare nelle piazze a seminare odio! L’antifascismo oggi è necessario più che mai per fermare questa avanzata reazionaria che ci sta minacciando.
Claudia Cernigoi, 20 gennaio 2018