Vendola:Si dialoga con Moro non con il Caimano

«Si dialoga con Moro non con il Caimano». Così Nichi Vendola leaer di Sel, in una intervista su Repubblica, ribadendo il suo ‘no’ al governissimo. «Ho detto no all’operazione politica che c’era dietro la rielezione di Napolitano, il governissimo appunto. L’uomo ha fatto un grande gesto di generosità – sottolinea Vendola – Napolitano è entrato nell’arena da par suo, con la solennità di chi indica la strada di una condivisione depurata dalla vergogna. Quelle di Napolitano sono parole che avrei sottoscritto se dall’altra parte della barricata ci fosse stato Aldo Moro e una ‘balena bianca’. Invece dall’altra parte c’è il Caimano e tutta intera l’implosione del sistema dei partiti e di una irrefrenabile spirale corruttiva che ha divorato la credibilità politica». Vendola, riferendosi poi al Pd ha detto: «Voglio capire che cosa accadrà in quel partito. Non c’è bisogno di un’agenzia investigativa per tracciare l’identikt degli autori del delitto. Nella scelta per il Colle ho accettato alla quarta votazione di convergere su Prodi. Ma lo stalinismo è veleno di cui si conservano grandi scorte. E gli amici di Bruto avevano già pronta una campagna infamante contro di noi per dire: sono stati loro a farlo cadere, quelli del 1998. Vogli dire a tutto il Pd e a chi si permette di parlare di slealtà di Sel che sono indecenti. Siamo stati i più leali verso il centrosinistra alternativo al centrodestra, leali verso una persona perbene e sfortunata come Bersani». Vendola ha detto che nel Pd ci sono «interlocutori preziosi, penso a Barca. Il centrosinistra è pieno di macerie . Perciò, l’11 maggio apriremo il cantiere delle fabbriche di una nuova sinistra di governo». E riferendosi al Sindaco di Firenze, Vendola afferma: «Voglio discutere con Renzi ma mi colpisce che pensi di rottamare gli inciucisti e insieme rilanciare l’inciucio». Parlando poi di M5s,Vendola definisce i grillini «un fiume in rivolta dove c’è acqua cristallina e detriti. La sinistra deve andare incontro al cambiamento. Anche i grillini con il loro stile ingessato e settario, dovranno interrogarsi sull’accaduto». «Non posso mettere fra parentesi il fatto che la larga intesa si fa con il responsabile dello sfascio e della regressione culturale e politica di questo paese. Si faranno interventi economici, si utilizzeranno i modestissimi documenti dei saggi ma non potrà essere affrontata nessuna delle questioni che possono restituire alla politica e al parlamento una qualità interlocutoria. Larghe intese? Il protagonista è Berlusconi». Lo afferma Stefano Rodotà in una intervista al Manifesto. Secondo Rodotà, «da tutta questa vicenda è uscito vittorioso Berlusconi che sta imponendo le sue condizioni e il Pd è andato a raccomandarsi al Colle e poi ha dato di nuovo spettacolo». Riflettendo sulle parole di Napolitano, Rodotà ha fatto alcune osservazioni: «l’irresponsabilità o l’interesse dei partiti hanno trascinato il presidente nella crisi che loro sessi hanno creato – ha affermato -. Hanno messo il Presidente con le spalle al muro: siamo incapaci, pensaci tu. Un passaggio di enorme gravità politica. Napolitano è stato indotto ad un discorso da Presidente del Consiglio. Mentre diceva dell’irresponsabilità dei partiti, quelli applaudivano invece di stare zitti e vergognarsi. Hanno perso la testa». Quanto al Pd, Rodotà afferma di temere «un vero rischio per la democrazia. Il Pd sembra inconsapevole del fatto che la sua grande frammentazione apre una grande questione democratica. Se viene meno un soggetto forte della sinstra – ha sottolineato – ci sarà un puzzle impazzito,avremo il confronto Berlusconi-Grillo. Una specie di livello finale».