Intervista a Nichi Vendola dal quotidiano La Repubblica.
Nichi Vendola, il leader di Sel, ora all’opposizione, ha incontrato il segretario del Pd, Epifani, sabato, il giorno della crisi di governo.
Berlusconi vuole andare subito alle urne. E lei, Vendola?“No, assolutamente. Siamo davanti a un passaggio complesso e drammatico, e abbiamo tutti il dovere di confrontarci con la fragilità della democrazia italiana. Andare alle elezioni con il Porcellum significa rischiare il salto nel buio, con i due Caimani, per usare una definizione di Scalfari, i signori del populismo Berlusconi e Grillo tentati di rovesciare il banco. La legge truffa, ideata con virtuoso servilismo da Calderoli, oggi è un pozzo nero in cui può precipitarel’Italia”.
Lei è quindi disponibile a sostenere un nuovo governo?“Sento il dovere di contribuire a traghettare il paese fuori dalla palude, anche perché la palude, come tutti sanno, è il luogo naturale del Caimano”.
Un governo per fare cosa?“La riforma elettorale. Dobbiamo lanciare una mobilitazione nel paese – e lo chiedo a tutte le forze democratiche, ai sindacati, alla chiesa, alle parrocchie, all’associazionismo. Facciano sentire la loro voce contro lo strumento che consente a giocatori d’azzardo di giocare sulla pelle del paese. E la mobilitazione parta il 12 ottobre nella grande piazza a Roma convocata da Rodotà a difesa della Costituzione. E al tempo stesso, un nuovo governo faccia immediati atti di riparazione nei confronti delle ferite aperte sul piano sociale. Va chiusa definitivamente la partita degli esodati e bisogna rifinanziare gli ammortizzatori sociali. Per questo ci vuole un governodi scopo”.
Ma sosterrebbe un Letta-bis con una maggioranza spuria, con i dissidenti del Pdl?“Non andrei avanti con la sperimentazione di nuovi ibridi. Ne abbiamo visto uno ed è apparso in tutta la sua mostruosità. Si tratta di portare fuori dalle secche, ora, il sistema politico italiano; di mettere in sicurezza il bene della democrazia del paese; di tornare così a una competizione limpida traschieramenti alternativi”.
Insomma, no alle “piccole intese” con l’appoggio di Sel?“Non capisco cosa significhi. È un modo per ingarbugliare la matassa. Se il confronto è sulla lista dei ministri, deragliamo. Ripeto, bisogna prendere provvedimenti che indichino un’inversione di tendenza rispetto alla politica che ha colpito i ceti medio-bassi. Il vangelo di Berlusconi è consolare i consolati e affliggere gli afflitti”.
Fino a che punto lei si spingerà, pur di fare esistere un governo?“L’obiettivo è liberare il campo dalla necessità delle larghe intese e dal caimano Berlusconi con un recinto programmatico limitato”.
Quanto tempo potrebbe durare questo nuovo governo?“Pochi mesi, non credo possa avere grande respiro. Deve essere immune da qualunque elemento di scilipotismo”.
E Letta cosa deve fare, dimettersi?“Sarebbe opportuno trarre le conseguenze di quanto è accaduto. È penoso il tentativo di ricucire una tela che è stata squarciata dal suo lato più delicato e prezioso, quello dei principi di convivenza dello Stato di diritto. Non è tabù ragionare di compromesso con il proprio avversario, soprattutto in una situazione di emergenza. Ma c’è una pre-condizione, che è quella di condividere un quadro minimo di valori e di principi. Quando la crepa è sul terreno dei valori, parlare di stabilità è un feticcio vuoto”.
Insomma meglio un altro esecutivo piuttosto che un Letta-bis?“Non mi interessa fare sempre come a “X Factor”, una selezione che riguarda le star della vita pubblica”.
(da www.sel.it)