Van Morrison – Roll With The Punches (Caroline Rec., 2017)
Ad un anno di distanza dal precedente album, intitolato “Keep me Singing” che comprendeva canzoni scritte da lui, il settantaduenne irlandese si ripresenta con una nuova pubblicazione dedicata alla musica blues, il genere che ha sempre dichiarato di amare di più, oltre al Soul: “sono entrato in contatto con il blues quando ero molto piccolo. La cosa che amo di questo genere è che non devi esaminarlo, solo suonarlo.
Non ho mai analizzato troppo la mia musica, la compongo e basta. La musica deve essere solamente suonata ed è questo il modo in cui funziona il blues, è un’attitudine. Sono stato fortunato ad incontrare i più grandi: John Lee Hooker, Jimmy Witherspoon, Bo Diddley, Little Walter e Mose Allison. Li ho frequentati e ho assorbito ciò che facevano. Erano persone senza un grande ego e mi hanno insegnato moltissimo.”
Anche in questo disco troviamo cinque canzoni scritte da lui ma il resto è composto da brani molto famosi che Morrison rilegge alla sua maniera ed aggiunge anche canzoni meno note per rendere il disco più appetibile.Brani tratti dal repertorio di famosi artisti come Sam Cooke, Bo Diddley, Little Walker, T-Bone Walker, Doc Pomus, Lightnin’ Hopkins e Mose Allison. Inoltre da segnalare la presenza di alcuni ospiti in studio come Jeff Beck, Chris Farlowe e Paul Jones accanto alla band che accompagna Van the Man, ovvero Dave Keary alla chitarra, Paul Moran all’ organo, Lawrence Cottle al basso, Mez Clough alla batteria e Stuart McIllroy al piano.
Apre il disco il brano omonimo, scritto da Van ed il mood ricorda i blues di John Lee Hooker: dominato dalla chitarra, in sottofondo un piano, una slide e l’organo accompagnano il cantato caldo e coinvolgente di Morrison.
Altro brano autografo è la seguente “Transformation”, è una splendida ballata nello stile classico dell’irlandese con buone dosi di soul potenziate dai cori e dalla chitarra di Jeff Beck. Grande brano che ha il potere di farti viaggiare con la mente e trasmette grande pace e tranquillità all’ascoltatore.
Si torna al blues con la successiva “I Can Tell” di Bo Diddley, qui rivista in modo classico, sezione ritmica e chitarra di Jeff Beck che guidano il brano impreziosito da interventi del piano (importante la sua presenza),dei cori e da un’armonica. “Stormy Monday / Lonely Avenue ” è un medley tra due grandi classici cantato in coppia con Chris Farlowe e l’atmosfera si fa fumosa, da locale notturno nelle wee wee hours, il blues incontra il soul in uno dei momenti più alti del disco. Sul finale grande assolo di chitarra accompagnato da cori soul ed armonica.
“Going to Chicago” inizia con un bel lavoro di basso, poi l’armonica e la voce di George Fame su un sound rallentato e jazzato, notturno. “Fame” è un brano dalla struttura semplice, dal sound quasi pop che vede la partecipazione vocale dell’ex Manfred Mann band Paul Jones, brano orecchiabile arricchito da un’armonica che dona un tocco di blues.
“Too Much Trouble”, scritta da Morrison suona come un classico blues jazz degli anni ’50, batteria suonata con le spazzole e grandi interventi di tromba su un tappeto sonoro guidato da un ottimo pianoforte.
“Bring It On Home To Me” è uno di quei classici senza tempo che è impossibile non amare; Van la interpreta a modo suo: inizio solo voce e chitarra (di Jeff Beck)arpeggiata poi il brano cresce piano piano ed entrano i cori, il piano e la batteria, ma solo accennata.
Assolo di Beck (richiesto da Van nel brano per ben due volte consecutive)è da pelle d’oca come del resto tutto il brano. Ennesima grande versione. “Ordinary People” ancora scritta da Van è un bluesaccio con la slide ed il piano sugli scudi, Morrison canta, come al solito, in modo superbo e gli risponde Chris Farlowe al controcanto. “How Far From God” tamburello e pianoforte ad aprire questo brano che ha il sapore dei vecchi blues suonati nei bordelli e nei jukejoint del sud degli States.
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fonte: Bamboo Road