Pubblichiamo una lettera del Consiglio Pastorale del Decanato di Sesto San Giovanni all’importante città milanese. La comunità cattolica si rivolge a tutti gli abitanti di Sesto San Giovanni auspicando una collettività responsabile e al servizio di tutti, nessuno escluso. Sinistra Italiana condivide la riflessione della comunità cattolica sperando in un futuro di umanità e solidarietà.
La redazione
Lettera alla città del Consiglio Pastorale del Decanato di Sesto SG
In occasione della festività di San Giovanni Battista, patrono della città, anche quest’anno, come rappresentanti della comunità cattolica di Sesto, ci rivolgiamo a tutti i suoi abitanti, cittadini storici e nuovi arrivati: cristiani, seguaci di altre confessioni religiose e chi non professa alcuna fede, come pure alle realtà sociali, alle forze politiche e agli amministratori. Ci muove l’auspicio e la speranza di poter edificare insieme una collettività responsabile che si metta al servizio della convivenza di tutti, che sia attenta a dare la parola ad ogni componente della città e a prestare ascolto, per affrontare assieme i problemi e i bisogni, per recensire risorse e potenzialità, nella convinzione che il dialogo e il confronto siano le basi per l’edificazione di una città non solo più vivibile e solidale, ma anche più efficiente e sostenibile.
Ci rivolgiamo a voi con nel cuore l’immagine di comunità credente descritta dal nostro vescovo a conclusione del Sinodo “Chiesa delle genti”: una chiesa che non cessa di lasciarsi prendere dallo stupore per l’azione dello Spirito che fa comunione dei diversi, che dentro la storia vive “a proprio agio”, senza mancare di alzare la propria voce contro le ingiustizie e a difesa dei deboli. Una Chiesa che vive qui ed ora, orientata al traguardo finale di tutte le genti alla casa del Padre.
La realtà sestese di questi tempi ci provoca domande e riflessioni che vorremmo condividere:
- Rispetto al mondo delle povertà, vecchie e nuove. Quale attenzione abbiamo per i poveri, per chi è in difficoltà, quale welfare cittadino stiamo costruendo? Siamo preoccupati che – troppo spesso – le fragilità siano lasciate al volontariato. Vorremmo che si cercassero soluzioni condivise e solidali, con particolare urgenza, sulla casa, sulla realtà degli sfratti, sulla modalità di assegnazione degli alloggi popolari. Auspichiamo che ognuno senta profondamente l’impegno ad intervenire per lenire le situazioni dell persone e delle famiglie più disagiate e che si instauri un confronto sulla loro situazione tra quanti per dovere istituzionale o per scelta si occupano di loro.
- Rispetto al tema della sicurezza. E’ nostra convinzione che la sicurezza nasca da una comunità capace di buon vicinato e di relazioni solidali. Siamo certi che Sesto e i suoi abitanti sono ancora capaci di quello sguardo che sa vedere l’altro e aiutarlo nei suoi bisogni e desideri. Siamo infatti testimoni di un associazionismo e di una generosità spicciola e silenziosa che si fa carico, si prende cura del vicini e del conoscente, dell’amico e del parente, ma anche dell’ultimo arrivato italiano o straniero. Un volontariato sostituendo o compensando, sino a quando ne sarà in grado, il ritirarsi del welfare istituzionale. In questo contesto, chiediamo a tutti di sforzarsi di stabilire con gli altri, chiunque essi siano, relazioni buone e di fare la propria parte assumendosi le doverose responsabilità per trasformare i problemi in possibilità, in un concorde sforzo di tutti per costruire la civiltà dell’amore.
- Rispetto alla convivenza con le tante realtà etniche, culturali e religiose presenti in città, ci sentiamo impegnati a favorire rapporti cordiali, di reciproca conoscenza, di necessaria integrazione. La strada che stiamo percorrendo con la comunità Islamica cittadina e la firma del Documento sulla Fratellanza (siglato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Al-Tayeb) ci sembrano un esempio di cammino possibile. Abbiamo da tempo intrapreso un percorso di incontro e di buone relazioni con altre confessioni religiose Cristiane promuovendo il dialogo ecumenico, soprattutto con e realtà del nostro territorio. Anche sulle criticità che questi processi comportano vorremmo confrontarci per garantire a tutti un processo di pace.
- Rispetto alla questione educativa, non possiamo non considerarla come fondamentale per il futuro della città e dei suoi abitanti. Il desiderio di una Sesto del domani richiede già oggi luoghi e una moltiplicazione di occasioni stabili perché i vari soggetti educativi già presenti ed operanti in diversi modi sul nostro territorio (scuole, oratori, gruppi scout, società sportive e associazioni culturali, di volontariato, comitati di genitori, …) possano entrare in un proficuo dialogo tra di oro e con a la Pubblica Amministrazione, per creare quella comunità educante che sola può essere garante della formazione dell’intera persona. Siamo inoltro testimoni che, anche se in forma differente rispetto a passato, l’impego sociale è un tratto specifico dei giovani d’oggi. A fianco di alcuni indifferenti, ve ne sono molti altri disponibili ad impegnarsi ad iniziative di volontariato, cittadinanza attiva e solidarietà sociale. L’impegno di questi giovani sarà da accompagnare e incoraggiare per farne emergere i talenti, le competenze e le creatività e incentivare l’assunzione di responsabilità da parte loro per l’edificazione del bene comune della città.
- Rispetto allo sviluppo della città. Seguiamo con vivo interesse l’avvio della “Città della Ricerca e della Salute” convinti che dalla sua realizzazione e dall’indotto che potrà generare dipenda molta parte del futuro di Sesto e delle prospettive di lavoro dei suoi abitanti, soprattutto per i giovani. Siamo tuttavia preoccupati per le incertezze circa la realizzazione del progetto complessivo riguardante le aree Falck. Ci piacerebbe vedere maggiore decisione, voglia ed entusiasmo in coloro che hanno in mano le chiavi di tale opera. Anche a questo riguardo, il confronto e la condivisione di una prospettiva e delle scelte necessarie per raggiungerla ci paiono necessarie.
Le recenti elezioni europee ci rammentano l’impegno ad essere costruttori di un’Europa dei popoli, una Europa che ripudi le guerre e che sappia generare una economia solidale, così come era stata pensata dai padri fondatori.
A conclusione di questa nostra riflessione ci impegniamo, e sollecitiamo tutti a :
- ….tornare a guardarci negli occhi con stupore per cercare nell’altro un compagno di cammino, per costruire un futuro vivibile e bello, provando a superare insieme la paura che ci rende folli (Espressione di Papa Francesco riferita al muro con il Messico)
- ….vivere con gli altri una convivenza più serena e costruttiva, dominando l’impazienza e le pretese, le espressioni aggressive e l’animosità del confronto, senza odio, senza disprezzo né cinismo: sforzarci di essere tutti più ragionevoli, comprensivi, realisti nel considerare ciò che si fa e ciò che si può o non si può fare per migliorare, senza lasciarci dominare da reazioni emotive, ma rammentandoci sempre che siamo “autorizzati a pensare, ad essere persone ragionevoli”.
- ….costruire una città che abbia uno sguardo preferenziale per il povero e un progetto per aiutarlo a riacquistare dignità, recuperando le sue capacità, con quella carità che accomuna tutti gli uomini di buona volontà.
Per questo chiediamo a tutti gli abitanti di Sesto, alle associazioni, alle formazioni politiche e a chi amministra di ASCOLTARE, CONFRONTARSI, CERCARE IL BENE DI TUTTI.
Per tutte queste ragioni nei prossimi mesi promuoveremo un’iniziativa concreta di ascolto della città sui diversi temi che abbiamo evidenziato, aperta a chi vorrà contribuire a costruirla e a realizzarla. Questa lettera vuole essere un invito a mettersi in gioco in questa avventura.
Rivolgiamo la nostra preghiera a dio, Padre di tutti, che nel suo figlio Gesù ci ha mostrato il suo amore per l’umanità intera, perché benedica la nostra città i, suoi abitanti e lo sforzo di coloro che vogliono lavorare per il suo bene.
Decanato di Sesto San Giovanni