Venerdì 11 ottobre lo sciopero del rancio proclamato spontaneamente dai genitori degli alunni sestesi ha riscosso un successo clamoroso, nonostante la Giunta il giorno precedente avesse annunciato di accogliere la richiesta dei genitori rivedendo le modalità di calcolo delle rette a fine anno invece che nel settembre 2014 come inizialmente previsto. Una decisione per altro già auspicato dal nostro giornale Leggi il precedente articolo.
Il comune non ha ancora reso pubblico l’esatto numero dei bimbi che non hanno mangiato a scuola ma l’impressione unanime colta dai cronisti è che si tratti della maggioranza.
Personalmente posso portare l’esempio delle quarte della Scuola Rovani dove su circa 60 bimbi ne sono rimasti a pranzo 11. Ragionavo stamane con la mamma di uno di questi undici “crumiri” soddisfatta della decisione presa: avesse scelto anche lei di aderire allo sciopero in mensa sarebbero rimasti praticamente solo i bimbi stranieri. Una divisione sicuramente non voluta, di cui non si può dare alcuna colpa agli organizzatori della protesta ma ugualmente odiosa.
Ho parlato anche con genitori che hanno aderito allo sciopero ed ho colto una grande soddisfazione per il successo ottenuto e la volontà di proseguire la protesta con forme di lotta ancora più efficaci quali il portarsi il panino da casa.
Forme di lotta più che legittime ma che renderebbe difficile la vita nelle scuole sestesi.
Appare pertanto ancora più necessario ed urgente che questa vertenza trovi uno sbocco positivo. Aspettare gennaio per rivedere le rette forse è un lusso che la città non può permettersi.
Angelo Gerosa