Unione inquilini: Sesto capofila di politiche discriminatorie

SESTO SAN GIOVANNI CAPOFILA DELLE POLITICHE DISCRIMINATORIE DELLA LEGA
Le scelte della Regione Lombardia in tema di casa si sono distinte nel diminuire l’impegno pubblico e nello scaricare sulle famiglie in difficoltà la ricerca di soluzione sul mercato abitativo.
La prima preoccupazione è stata quella di negare l’emergenza abitativa facendo sparire le graduatorie casa permanenti che, comune per comune, monitoravano il grado di sofferenza abitativa dei singoli territori. A sostegno del suo operato la Giunta regionale ha trasformato la Casa come diritto essenziale per tutti i lavoratori in Casa come servizio sociale solo per le famiglie in disagio economico con tutte le conseguenze del caso: trasformazione dei lotti di edilizia sociale in ghetti,
aumento della precarietà per la grande maggioranza di famiglie che non riescono ad accedere all’edilizia a canone sociale, incremento della speculazione immobiliare che, dalla mancanza di intervento pubblico, ha
ottenuto il rincaro degli affitti.
L’intervento casa quindi sta scivolando sempre più rapidamente verso l’elargizione di elemosine alle famiglie e il sostegno economico ai proprietari di case: i contributi affitto, versati direttamente ai proprietari, non sono un aiuto alle persone in difficoltà, ma sostegni alla rendita immobiliare.

All’interno di questo quadro di abbandono al privato dell’intervento casa della Regione, la situazione di Sesto San Giovanni assume caratteristiche ancora più nette; esclusione degli immigrati dalle graduatorie
casa con l’utilizzo cavilloso dei certificati sulle proprietà estere, cancellazione delle residenze e conseguentemente trasformazione in clandestini di centinaia di abitanti, espulsione dagli alloggi provvisori
delle famiglie in attesa di un’assegnazione di casa pubblica, rifiuto di far funzionare la graduatoria dell’emergenza abitativa anche in contrasto con le indicazioni della Regione, applicazione del Daspo come strumento per allontanare i poveri dalla città.

GRADUATORIE PER L’EMERGENZA ABITATIVA
Istituite con il vecchio Regolamento Regionale le graduatorie ex artt. 14 e 15 avevano lo scopo di garantire
che lo sfratto avvenisse solo da casa a casa. In effetti negli scorsi anni, con l’intervento attento di qualche
assessore e la collaborazione degli uffici, si era riusciti a garantire una soluzione abitativa immediata a chi
aveva subito uno sfratto. Il meccanismo era semplice: una parte del patrimonio abitativo pubblico veniva
assegnato in deroga alla graduatoria generale per anticipare la consegna di un alloggio pubblico ai soggetti
che finivano in strada a causa di uno sfratto.

La necessità di trovare soluzioni veloci per le famiglie in difficoltà abitativa è riconosciuto, anche se in modo meno definito, anche dal nuovo Regolamento Regionale con l’assegnazione delle SAT cioè di alloggi con contratti temporanei di due anni.
L’Assessore Claudio D’Amico, contrariamente a quanto stabilito dalla Regione che ha mantenuto in vita le assegnazioni in deroga fino al 31/12/2019, si è rifiutato di continuare il lavoro della Commissione negando a circa 100 famiglie un’assegnazione in emergenza abitativa.
Questa scelta, insieme alla decisione del Sindaco di non prendere in carico le famiglie sfrattate anche in presenza di minori, ha costretto molte persone a trovare soluzioni abitative improprie, ha fatto impennare le coabitazioni e il sovraffollamento, ha obbligato molte famiglie ad occupare stabili vuoti in attesa di un alloggio idoneo.

SFRATTO DELLE FAMIGLIE IN SUB LOCAZIONE
Negli scorsi anni l’Amministrazione comunale aveva provveduto a sistemare provvisoriamente in sub
locazione le famiglie in attesa di un’assegnazione, in appartamenti che aveva direttamente affittato dai
proprietari privati a canone concordato. L’iniziativa aveva creato un circolo virtuoso per cui:
 i proprietari in cambio della certezza dei pagamenti dell’affitto accettavano un canone più basso di
quello di mercato con effetto calmieratore sul livello generale degli affitti
 lo scandalo dello sfitto veniva in qualche modo combattuto a favore di una città vissuta e non
piegata ad interessi speculativi
 le persone potevano accedere ad un alloggio a canone sociale, un alloggio vero con l’uso della
cucina (cosa che non è consentita in caso di ricovero in un albergo)
 l’Amministrazione risparmiava denaro perché pagare la differenza tra il canone concordato e il canone sociale corrisposto dalle famiglie era sicuramente meno oneroso che pagare un albergo o una comunità protetta di solito costosissima

Attualmente le famiglie in sub locazione sono 22 e l’Assessore D’Amico ha tentato di sfrattarle utilizzando
strumenti illegali facendo pure intervenire i vigili come Forza Pubblica.
Il Sindacato ha bloccato il tentativo maldestro dell’Amministrazione comunale ottenendo di fatto il rinvio
degli sfratti di un anno e mezzo grazie alla causa promossa con la quale abbiamo ottenuto una sentenza del
TAR LOMBARDIA che annullava l’operato dell’Amministrazione. Seguire però la procedura ordinaria avrebbe
voluto dire attendere la scadenza dei contratti in corso e per ovviare a questo problema e sfrattare in fretta
le famiglie l’Assessore ha concordato con le proprietà delle unità abitative una riduzione della durata
contrattuale, e quando non ha trovato l’accordo ha inviato raccomandate disdettando unilateralmente i
contratti. Un accesso dell’Ufficiale Giudiziario è già avvenuto a novembre e nei prossimo mesi sono previste
le esecuzioni di tutte le famiglie in sub locazione. Il sindacato è intervenuto organizzando un picchetto e ha
ottenuto una proroga per la prima famiglia sfrattata; ora sta organizzando iniziative di mobilitazione per
bloccare gli escomi e trovare soluzioni abitative alle famiglie.

In conclusione: è vergognoso e sconcertante che il Comune di Sesto San Giovanni abbia trasformato l’Ufficio
– Agenzia Casa in Ufficio sfratti, risultando, a oggi, decine di convalide di sfratto per finita locazione del
Tribunale di Monza richieste e ottenute dal Comune di Sesto San Giovanni contro famglie povere Sestesi che
la precedente Amministrazione aveva aiutato, famiglie che sono sotto sfratto pur avendo sempre pagato al
Comune il canone sociale dovuto per legge.
Tra gennaio e luglio, quindi, per le decisioni politiche di “macelleria sociale” del Sindaco Di Stefano e
dell’Assessore D’Amico verranno sfrattati dal Comune circa 22 famiglie in sub locazione oltre a quelle
ospitate al Residence Puccini, quelle inserite nel progetto ARCA, alle quali vanno aggiunte quelle degli sfratti
“correnti” ossia oltre un centinaio di bambini generando il seguente paradosso: Amministratori che
dovrebbero per legge assegnare alloggi a famiglie in difficoltà e che invece sfrattano le medesime famiglie.

SFRATTO DELLE FAMIGLIE RICOVERATE NEL RESIDENCE PUCCINI
Sono ancora nove ‐ dieci le famiglie ricoverate dall’Amministrazione Comunale da oltre 3 anni (alcune
vivono lì da quasi 5 anni) presso il Residence di via Puccini angolo viale Gramsci. Il proprietario del
Residence aveva potuto realizzare la sua struttura abitativa stipulando una convenzione con il Comune che
prevede la messa a disposizione dell’Amministrazione di 9 – 10 alloggi per i casi di emergenza. Buttare le
famiglie fuori dal Residence è complicato perché le famiglie pagano regolarmente la loro quota mensile al
Comune e allora l’Assessore D’Amico ha pensato di provocare uno sfratto del Residence nei suoi confronti
sospendendo il pagamento dei suoi canoni alla proprietà. E’ nelle mani del Sindacato la convalida di sfratto
per morosità emessa dal Tribunale di Monza a favore del proprietario del Residence Puccini contro il
Comune di Sesto San Giovanni.
La vita all’interno di un residence non è facile perché spesso i servizi sono in comune e l’uso della cucina è
molto limitato, ma in una situazione di emergenza si può accettare qualche disagio in attesa di una
soluzione definitiva che però in questo caso non è mai arrivata (alcune famiglie sono nel Residence da oltre
cinque anni).

Vergognoso che i “paladini della legalità” Roberto Di Stefano (Sindaco) e Claudio D’Amico (Assessore alla
Casa, alla Sicurezza e responsabile dei rapporti economici della Lega con l’Estero) gestiscano la città non
rispettando gli accordi sottoscritti con il proprietario e gli inquilini, subendo uno sfratto per morosità per
mancato pagamento di quanto dovuto al proprietario del Resdience.
Il Comune, come un qualsivoglia cattivo pagatore è nell’illegalità, essendo stato convalidato lo sfratto per
morosità nei confronti della Giunta Di Stefano – D’Amico.
Dovranno poi spiegare gli Amministratori come abbiano impiegato i soldi pagati dalle famiglie che abitano il
Residence, visto lo sfratto per morosità contro il Comune.
Da ora, quindi, per le decisioni politiche dei morosi Roberto Di Stefano (Sindaco) e dell’Assssore D’Amico,
potranno essere sfrattate dal proprietario del Resdience Puccini circa 9 famiglie, ossia più di 20 (venti)
bambini con i loro genitori.

SFRATTO DELLE FAMIGLIE RICOVERATE PRESSO LA FONDAZIONE PROGETTO ARCA onlus
Il coinvolgimento della Fondazione Arca è il frutto di un colpo di genio della Giunta precedente che aveva
pensato di aggredire alla radice il problema dei senza casa con una semplice equazione:
 affidiamo alla Fondazione le famiglie sfrattate perché le ospitino nelle loro strutture (Residence
Fiorani e alloggi di Cinisello …….)
 chiediamo alla Fondazione di farsi carico della formazione degli adulti in vista di un lavoro
 concordiamo con la Fondazione dei tempi per la trasformazione delle famiglie sfrattate in famiglie
economicamente autonome
Sembrava il libro dei sogni, ma c’erano due grossi inconvenienti: il costo esorbitante da sborsare per ogni
persona coinvolta nel progetto e la difficoltà a trovare impieghi con retribuzioni sufficienti a garantire alla
persone l’autonomia economica.
L’Assessore D’Amico, tra i primi atti del suo mandato, ha sospeso i pagamenti alla Fondazione Arca che da
quel momento ha dovuto farsi carico delle dodici famiglie con fondi propri.
La situazione attuale è drammatica per le famiglie, soprattutto per quelle ricoverate nella struttura alloggiativa di Cinisello a cui sono state cancellate le residenze e notificati Ordini di liberazione dalle case del
Tribunale.
Da ora, quindi, per le decisioni politiche dell’Amministrazione potranno essere sfrattate dalla proprietaria UNIABITA degli alloggi altre dieci famiglie circa, ossia una trentina di bambini con i loro genitori.

In conclusione, se non verranno arrestate le scellerate politiche di odio verso i poveri di questa
Amministrazione, tra gennaio e luglio oltre 150 bambini con i loro genitori “guadagneranno” la strada

LE NOSTRE PROPOSTE
Le famiglie che l’Assessore D’Amico vuole buttare in strada sono più di quaranta per un totale di circa 150 bambini tra sestesi e immigrati.
L’Amministrazione Comunale ha già dichiarato la guerra ai poveri della città con i daspo, con la cancellazione delle residenze e ora sta provando a costringere le famiglie in sub affitto e nei residence a abbandonare la
città che le ha accolte con le scuole frequentate dai bambini, con le strutture sanitarie che si sono prese cura di loro, con le relazioni costruite grazie alla solidarietà di tanti sestesi.
La decisione della Giunta di sfrattare risulta ancora più grave se si pensa che iniziative e finanziamenti per trovare soluzioni ci sono, le ha decise la Regione Lombardia:
 si possono assegnare appartamenti pubblici sottratti all’assegnazione normale con contratti
provvisori di due anni rinnovabili (SAT Servizi Abitativi Temporanei Regolamento Regionale 4/2017)
 si possono sub affittare alle famiglie in difficoltà alloggiativa unità immobiliari reperite sul mercato e
affittate a canone concordato (finanziamento regionale di Euro 71.221 per Sesto San Giovanni ‐ misura uno del DGR XI/2065 del 31/7/2019)
 si può far funzionare un Osservatorio casa che, sulla base del bisogno di abitazioni, prepari un Piano
casa per rispondere ai vari segmenti della domanda di abitazioni (acquisto, affitto calmierato, canone sociale, edilizia sovvenzionata, alloggi per anziani non autosufficienti)
Rifiutarsi di applicare la normativa per trovare soluzioni abitative a chi ha subito uno sfratto significa fare la guerra ai poveri invece che combattere la povertà.

Unione Inquilini – Nord Milano
Comitato per il Diritto alla Casa