Una Cairo lontana ma non troppo.
Mahfuz che usa la lingua araba classica preferisce uno stile ricco ma anche scorrevole e alla portata di tutti. La sua narrativa è impregnata dei vicoli cairoti, attinge alla tradizione orale dell’Egitto, ma anche al vasto spazio del nord del Sahara, dall’ Oceano Atlantico all’ Eufrate. Nei suoi testi sono ben descritti con chiarezza i temi contemporanei: le difficoltà dell’Egitto post-coloniale, la corruzione, i pregiudizi sociali, l’integralismo religioso.
E in occasione del premio Nobel, in una lettera bilingue in inglese e arabo, scrisse: “Parlo in una lingua sconosciuta a molti di voi. Ma è essa la vera vincitrice del premio. E le sue melodie galleggeranno per la prima volta nella vostra oasi di cultura e civiltà. Spero non sia l’ultima.”
Nagib Mahfuz era nato nel 1912 nel quartiere cairota di Gamaliyyah, in una famiglia della piccola borghesia. Narratore, drammaturgo, giornalista e sceneggiatore è stato il solo scrittore arabo ad essere insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1988. Laureatosi in filosofia comincia agli inizi degli anni ’30 a pubblicare i suoi primi racconti su alcune riviste del tempo, poi fortemente attratto dalla civiltà dell’Egitto faraonico, comincia la stesura di romanzi storici, in cui le vicende raccontate in quei tempi remoti come chiaro sotterfugio alla problema della censura. Dagli anni sessanta abbandona lo stile del realismo privilegiando il simbolismo e l’analisi psicologica dei personaggi, accanto ad un sempre maggiore impegnosocio-politico. Ha raccontato nelle sue opere l’universo della sua città natale. La sua fama inoltre è stata accresciuta dai tanti film tratti dalla sua vasta produzione letteraria. Si è spento nel 2006, all’età di 94 anni.
Titolo: Vicolo Del Mortaio Titolo originale: Zoqaq al-Midaq
Autore: Nagib Mahfuz Editore: Feltrinelli
Cristina Micalusi su Nena News