Ue: Italia rischi da debito alto e sofferenze delle banche

mio commento: qualche giorno fa qualcuno diceva che il sistema bancario italiano è ben saldo. A quanto pare la verità sembra un po’ diversa. L’unica cosa che va bene per l’Ue sembra la riforma delle pensioni che, come sempre, penalizza Lavoratrici e Lavoratori. Mario Piromallo

La Ue all’Italia: “Niente pressioni di bilancio, ma rischi da debito alto e sofferenze delle banche”

Il debito dell’Italia “ancora elevato” alla fine delle proiezione della Commissione Ue, che vedono come orizzonte il 2026, “porta sul Paese un alto rischio nel medio termine”. Focus sulle sofferenze bancarie, bene la riforma delle pensioni

MILANO – Le Finanze pubbliche italiane non rischiano una particolare pressione nel breve termine, ma in un arco di tempo un po’ più lungo il debito resta il grande fardello da affrontare. Lo scrive la Commissione europea nel rapporto sulla sostenibilità dei conti pubblici. Per l’Italia “nel complesso, non sembrano esserci rischi a breve termine di stress di bilancio”, ma “la quota di non performing loans (le sofferenze, ndr) nel settore bancario potrebbe rappresentare una fonte importante di rischi di passività a breve termine”, aggiunge Bruxelles. Oltre ai cosiddetti Npl, altre variabili da mantenere sotto controllo sono le solite note: il debito lordo e netto e le necessità di rifinanziamento “indicano possibili sfide a breve termine”. Il debito. Il capitolo del rapporto dedicato all’Italia segnala che il debito pubblico dovrebbe toccare l’apice nel 2015 al 133% del Pil, per poi calare al 130% nel 2017. Nonostante la diminuzione attesa, il debito resta la “principale fonte di vulnerabilità dell’economia italiana”, visto che “limita la capacità del Paese a rispondere agli shock economici e lo lascia esposto al rialzo dei tassi d’interesse dei titoli di Stato, mentre la capacità di incrementare gli investimenti pubblici è limitata dal conto degli interessi, al 4,3% del Pil nel 2015”. Possibili shock economici possono poi mettere a repentaglio il percorso di rientro del debito e gli economisti comunitari vedono l’11% di possibilità che il debito del 2020 sia ancora superiore a quello del 2015. Il deficit e le sofferenze. Indebitarsi sul mercato, per il Tesoro, nonostante l’alto livello di stock pregresso, non è un problema significativo. Non preoccupa neppure Bruxelles, viste le caratteristiche di durata dei titoli di Stato e la ripartizione dei creditori tra domestici ed esteri. La Commissione riflette anche su quale sarebbe l’avanzo primario di bilancio (il surplus al netto della spesa per interessi) da mantenere per far scendere in fretta il debito: “Il debito italiano scenderebbe in modo più sostanziale” che nelle previsioni attuali “sino a quasi il 100% del Pil nel 2026”, solo con un avanzo primario “significativamente più alto” di 1,3 punti rispetto alla previsione del 2,5% per il 2017, e precisamente pari “al 3,8% del Pil tra il 2017 e il 2026”. Quanto alle banche, proprio le sofferenze sono viste come un fattore di tensione nel breve periodo. Sofferenze circa le quali – da tempo – va avanti la trattativa Roma-Bruxelles per arrivare a una sistemazione, giunta in queste ore alla stretta finale. Le pensioni. Bruxelles riconosce i grandi sacrifici chiesti agli italiani per mettere in sicurezza il sistema previdenziale. “Non ci sembrano essere rischidi sostenibilità” dei conti pubblici “nel lungo periodo, supponendo la piena attuazione delle riforme pensionistiche adottate in passato e a condizione del mantenimento della bilancia strutturale primaria al livello previsto dalla Commissione per il 2017 (2,5% del Pil) ben oltre quell’anno”.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/economia/2016/01/25/news/ue_commissione_sostenibilita_bilanci-132015744/?ref=HREA-1