Ue-Grecia: prove di distensione

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Ue-Grecia: prove di distensione al debutto di Tsipras

—  Anna Maria Merlo, PARIGI, 12.2.2015

Consiglio europeo. Il debito greco al centro della discussione del vertice europeo. Possibile un accordo per l’Eurogruppo di lunedi’ 16 febbraio, alla ricerca di una formula linguistica che soddisfi tutti. Da oggi “colloqui tecnici” a Bruxelles con la Grecia. La Germania sembra allontanarsi dai falchi (Finlandia, Spagna), che sentono soffiare il vento delle elezioni imminenti, per cercare di evitare il Grexit

Sull’onda dell’accordo (pre­ca­rio) di Minsk sull’Ucraina, un’altra intesa sem­brava pos­si­bile ieri al Con­si­glio euro­peo di Bru­xel­les: «Sono sicuro che tutti assieme pos­siamo tro­vare una solu­zione fat­ti­bile per curare le ferite cau­sate dall’austerità», ha affer­mato Ale­xis Tsi­pras, al suo debutto sulla scena dell’Unione europea.

Un saluto con Angela Mer­kel, che ha incon­trato per la prima volta, meno freddo del pre­vi­sto: «Spero che potremmo lavo­rare bene assieme – ha detto la can­cel­liera – nono­stante le dif­fi­coltà». «Lo spero anch’io» ha ripo­sto Tsi­pras, che ha incon­trato Fra­nçois Hol­lande, che fa da media­tore, men­tre ha otte­nuto gli inco­rag­gia­menti di Renzi, che si è dichia­rato a favore di «un cam­bia­mento per la cre­scita e la fles­si­bi­lità» e di David Came­ron, secondo il quale «quello che è richie­sto tra la Gre­cia e l’Eurozona non è uno stallo, ma una soluzione».

Dopo il man­cato comu­ni­cato finale all’Eurogruppo straor­di­na­rio della vigi­lia, il clima si è un po’ disteso tra Gre­cia e Ue, anche per­ché il tempo stringe sem­pre di più. Una solu­zione dovrebbe essere tro­vata per lunedì, alla nuova con­vo­ca­zione dell’Eurogruppo. Il primo mini­stro belga, il libe­rale Char­les Michel, dopo un incon­tro con Tsi­pras ha evo­cato “la magia dell’Europa”, che ha «sem­pre saputo tro­vare solu­zioni anche quando le rite­neva impossibili».

Angela Mer­kel ha pre­ci­sato che «la Ue cerca sem­pre un com­pro­messo e que­sto è il suo suc­cesso. La Ger­ma­nia è pronta, ma va detto che la cre­di­bi­lità della Ue dipende dal rispetto delle regole e dall’essere affidabili».

Per Tsi­pras, «siamo a una svolta cru­ciale per l’Europa». L’austriaco Wer­ner Fay­mann è «per­suaso che la Gre­cia abbia biso­gno di una solu­zione giusta».

Oggi comin­cia un’intensa atti­vità di «col­lo­qui tec­nici» tra Bru­xel­les e Atene – con rap­pre­sen­tanti di Ue, Bce e Fmi — per arri­vare lunedì con un testo di accordo, dove venga can­cel­lata la parola «tro­jka» – ormai «un ter­mine del pas­sato» per la Ue – e dove Atene accetti di rispet­tare parte del pro­gramma pre­ce­dente. Yanis Verou­fa­kis ha già accet­tato que­sta parte, affer­mando che il 70% del vec­chio Memo­ran­dum potrà venire attuato. Ma Tsi­pras ha rifiu­tato mer­co­ledì – cioè il giorno dopo la fidu­cia al par­la­mento di Atene – di con­va­li­dare que­sto impe­gno. Mer­co­ledì 11 era troppo pre­sto, men­tre lunedì 16 potrà andare meglio, sem­pre che venga tro­vata una for­mula lin­gui­stica che per­metta ad entrambi i fronti di non per­dere la fac­cia, dopo aver tro­vato dei punti di con­ver­geza tra il pro­gramma attuale e le nuove pro­po­ste greche.

All’Eurogruppo di mer­co­ledì era stata tro­vata l’espressione «arran­gia­menti con­trat­tuali» per la Gre­cia, la Ger­ma­nia l’aveva appro­vata (Wol­fgang Schäu­ble era per­sino andato via dalla riu­nione), ma Verou­fa­kis non aveva poi otte­nuto il via libera da Tsi­pras. Sul fronte oppo­sto, il primo mini­stro fin­lan­dese, Alex Stubb, che ad aprile deve affron­tare le ele­zioni, comin­cia «a per­dere la pazienza con la Gre­cia», che «deve rispet­tare gli impe­gni», men­tre «ogni scarto sarebbe un’ingiustizia per paesi come l’Irlanda, la Spa­gna o il Por­to­gallo, che hanno fatto sforzi con­si­de­re­voli in cam­bio dell’aiuto». Alla riu­nione della destra Ppe, che ha pre­ce­duto il sum­mit, lo spa­gnolo Mariano Rajoy, che teme Pode­mos, con i pre­mier di Por­to­gallo e Irlanda, è stato tra i più decisi ad opporsi a «regali alla Grecia».

I nego­ziati vanno avanti per uscire dall’impasse ed evi­tare un Gre­xit. Jean-Claude Junc­ker ha pen­sato a un mini-summit dell’Eurogruppo prima di lunedì, ma l’idea è stata respinta. Per Joe­ren Dij­seel­bloem, pre­si­dente dell’Eurogruppo, che ha visto ieri sera Tsi­pras in un bla­te­rale, «abbiamo biso­gno di un po’ più di tempo», per tro­vare la for­mula giu­sta che stia in mezzo tra l’«estensione» del Memo­ran­dum, voluto dalla Ue e il programma-ponte di sei mesi per arri­vare a un «nuovo con­tratto» pro­po­sto dalla Gre­cia. Cioè per «un’intesa poli­tica», al di là dell’ingegneria finanziaria.

La Bce, intanto, tende la mano a una richie­sta di Atene, aumen­tando (da 60 a 65 miliardi) l’Ela per la Gre­cia (liqui­dità di emer­genza). Per Varou­fa­kis, c’è «un accordo sod­di­sfa­cente in vista».

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/ue-grecia-prove-di-distensione-al-debutto-di-tsipras/#