Ue: accordo per i migranti

mio commento: a quanto pare un paio di boutade bastano a sbloccare la situazione. Però si poteva fare di più. In questo caso non si è potuto chiedere la fiducia. Mario Piromallo

Vertice Ue, compromesso nella notte: 40mila migranti distribuiti in 2 anni

Vertice Ue, compromesso nella notte: 40mila migranti distribuiti in 2 anni
(lapresse)

Il premier italiano duro durante il Consiglio europeo a Bruxelles: “Solidarietà o perdiamo tempo. Se non siete d’accordo sui 40mila da accogliere non siete degni di chiamarvi Europa”. Poi, dopo la mediazione: “Si poteva fare di più, ma è un primo passo”

dal nostro inviato ALBERTO D’ARGENIO

BRUXELLES – Si litiga furiosamente a Bruxelles sul piano europeo per ripartire tra i Ventotto 40mila migranti sbarcati in Italia e Grecia e altri 20mila rifugiati nei campi Unhcr in Africa. I governi dell’Europa orientale fanno blocco, cercano di affondare il pacchetto chiamato a far crescere politicamente l’Unione nel nome della solidarietà. Matteo Renzi, insieme ad Angela Merkel e François Hollande, è durissimo contro il blocco dell’Est guidato da Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Ma va in scena anche uno scontro istituzionale ai massimi livelli con un inedito litigio tra il numero uno della Commissione ed autore del piano, Jean Claude Juncker, e il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk. Alla fine, intorno alle due e mezza del mattino, la fumata bianca. Arriva un compromesso che Renzi commenta così: “Si poteva fare di più, ma è un primo passo e sono contento che l’Europa riconosca che il problema della migrazione è di tutti”. Ma la drammaticità del negoziato viene confermata da un diplomatico di lungo corso secondo il quale “lo spirito di questo vertice è stato uno dei peggiori che si siano vissuti da decenni”.

A causa della discussione sulla Grecia il dossier immigrazione slitta di un paio d’ore e viene affrontato dai leader a cena. Sono circa le otto di giovedì sera quando scatta l’agguato del fronte dell’Est. Nei giorni scorsi, proprio per venire incontro alle perplessità di Spagna, Francia e dell’ex blocco sovietico, gli sherpa avevano diluito alcuni passaggi del piano. Lo schema prevedeva di far approvare il meccanismo a luglio dai ministri degli Interni, che avrebbero cambiato i criteri per le quote di ripartizione tra i singoli paesi per venire incontro a chi, come la Spagna, già fa molto sul fronte accoglienza. E poi far sparire le quote obbligatorie sostituendole con una formula che avrebbe evitato il precedente giuridico sgradito ad Est senza tuttavia cambiare la sostanza del piano, che sarebbe rimasto di fatto vincolante per tutti.

Nelle previsioni della vigilia questo maquillage lessicale avrebbe permesso al testo di passare, ma a inizio cena si è capito che le cose non sarebbero andate così. Prima il no secco dei paesi dell’Est. Poi il colpo di scena: l’ex premier polacco Tusk  –  così raccontavano diverse delegazioni –  tradisce la neutralità richiesta dal suo ruolo di presidente del Consiglio europeo e si schiera apertamente con la fronda orientale sposando la causa della volontarietà. Facendo infuriare Juncker. Un gravissimo scontro istituzionale tra Consiglio e Commissione al termine del quale il lussemburghese apostrofa il collega: “La tua posizione è oltre le tue competenze, io vado avanti da solo”. Allusione al fatto che la proposta avanzata a maggio da Bruxelles può comunque passare a maggioranza dei governi.

Anche la Merkel e Hollande sono furiosi. Renzi con toni pacati è durissimo nei contenuti: “Se non siete d’accordo con 40mila migranti non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa tenetevela pure, o c’è solidarietà o non fateci perdere tempo”. Il fronte dell’Est non vuole alcuna forma di obbligo, nemmeno implicito, sulla ripartizione dei migranti. I toni di voce sono sempre più alti, vola qualche parola pesante. Anche il “ministro degli Esteri” dell’Unione, Federica Mogherini, interviene dicendo che “se non siamo capaci di dividerci i migranti non siamo la grande Europa che può negoziare in giro per il mondo”.

Intorno alle undici di sera, terminato il dessert, la riunione viene sospesa per una trentina di minuti in modo da raffreddare gli animi e gli sherpa di Tusk tirano fuori una nuova bozza. “Inaccettabile”, scandiscono Renzi, Juncker e la Merkel tornando al tavolo negoziale. Le ex quote sono su base puramente volontaria e il meccanismo deve passare per consenso: significa depotenziarne del tutto la base giuridica e non permettere a luglio ai ministri degli Interni la minaccia della prova di forza del voto a maggioranza per superare la minoranza di blocco. Il che spiega l’irritazione di Juncker, che aveva fiutato la trappola. Renzi risponde a un durissimo intervento della presidente lituana Dalia Grybauskaite: “Non accetto questa discussione meschina ed egoista, o fate un gesto anche simbolico o l’Italia può permettersi di fare da sola, è l’Europa che non può permetterselo”.

Lo scontro si protrae nella notte. Alla fine arriva il compromesso. Bizantino. I ninistri degli Interni a luglio decideranno a maggioranza qualificata la ripartizione dei 40mila, ma le quote per paese saranno riscritte da Commissione e presidenza del Consiglio Ue e verranno adottate per consenso. Salta la volontarietà scritta esplicitamente ma c’è un richiamo alle conclusioni del summit del 23 aprile, quello convocato dopo la strage di 900 migranti nel Canale di Sicilia, nelle quali si parlava di volontarietà. “Però si sono impegnati tutti a starci”, spiega una fonte europea. Tranne Ungheria e Bulgaria, che hanno ottenuto di sfilarsi dal meccanismo come Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca che possono farlo grazie allo storico opt out su Schengen e migrazione. Il via libera arriverà dai ministri il 9 luglio e il meccanismo sarà operativo dopo l’estate. Almeno questa è la speranza che si respirava in questa calda notte di Bruxelles.

fonte: la Repubblica

http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/26/news/vertice_ue_sui_migranti-117716562/?ref=HREA-1