«Stupore». Da oltre due settimane la piazza Taksim è occupata dal popolo e decine di migliaia di persone manifestano tutti i giorni malgrado i brutali interventi della polizia nei quattro angoli del paese.
Al di là dell’indignazione e della speranza, lo stupore rimane e il principale sentimento, un sentimento condiviso dai protagonisti del movimento e in particolare dall’estrema sinistra. In effetti, malgrado l’offensiva neoliberista e le politiche di sicurezza, antidemocratiche e conservatrici del governo, la Turchia sembrava essere uno dei pochi paesi della regione a non essere toccato dalla radicalizzazione di massa rappresentata dalle rivoluzioni arabe e dai movimenti de* indignat* della costa mediterranea.
Ma alla fine, il tentativo del governo di costruire una caserma di artiglieria, un centro commerciale e una residenza di lusso distruggendo un parco pubblico nel pieno centro di Istanbul, ha scatenato questa rivolta inaspettata, spontanea e praticamente «magica» che si sta ora svolgendo sotto i nostri occhi.