di Nicola Fratoianni.
Vogliono la fine della storia. Vogliono sterilizzare la politica, le sue diverse opzioni e la possibilità di esprimere un punto di vista differente.
Vogliono che la democrazia diventi un di più insostenibile, una variabile dipendente dai diktat e dalle follie tecnocratiche.
Questo è il risultato di queste ultime ore drammatiche dei negoziati in Grecia.
Tutta la stima e l’appoggio umano, morale e politico a Syriza, ad Alexis Tsipras e al popolo greco, dilaniati da una discussione impossibile e da una partita truccata in partenza. Non sono in discussione (e non lo sono mai stati) i parametri economici, come anche Yanis Varoufakis ha esplicitato in un editoriale sul The Guardian di venerdì scorso.
L’obiettivo della Germania e di gran parte dell’Europa era e resta l’umiliazione di un popolo, cui vanno date punizioni esemplari, perché colpevoli di immaginare un futuro diverso e più umano per se stessi e per l’intero continente. La punizione per aver votato un partito e una prospettiva di Sinistra. Inaccettabile per i sacerdoti dell’austerity.
Tre giorni di tempo, adesso, per approvare le riforme e uscire dall’angolo dei cattivi.
Perché l’inflessibilità dei pesi europei, Italia in testa, non usa lo stesso metro per gli altri paesi che infrangono le regole economiche comunitarie?
Perché, ad esempio, nessuno alza la voce contro la Germania, colpevole di eccesso di export da ben 8 anni?
Eppure l’eccesso di esportazioni tedesco è ben più dannoso per tutta l’economia europea, rispetto ad un alto debito pubblico di un paese, dal momento che mette tutti gli altri stati nella condizione di non poter esportare e quindi di produrre, investire e dare nuovo lavoro.
Queste cose vanno dette con forza, tutti, ad iniziare dai paesi dell’Europa mediterranea.
Va detto che vanno pesantemente rivisti i trattati, che va rivisto il ruolo della BCE in toto, e che va pesantemente rivisto il tema del debito dei paesi.
O si apre questo dibattito e si fanno questi cambiamenti, subito, oppure altro che derby fra euro e dracma.
Il vero derby, a breve, sarà fra euro e democrazia.