Tsipras: la solidarietà del PRC

di Paolo Ferrero. Come sovente capita, quando si vince si hanno molti amici e quando si beccano mazzate si viene sbeffeggiati e ridicolizzati. Ovviamente i più sfottenti sono coloro che hanno vinto e i loro pennivendoli: tutti coloro che hanno passato questi mesi a contrastare il governo Tsipras, ad impedire ogni soluzione positiva, a deformarne le proposte per indebolirlo. Tra i critici vi sono anche alcuni che nei giorni scorsi erano invece saltati sul carro del vincitore: penso a Di Maio che addossa l’esito negativo della trattativa al tradimento di Tsipras.

Per quanto mi riguarda voglio esprimere la mia piena solidarietà e il mio appoggio a Alexis in questo momento assai pesante. Non solo per la lunga frequentazione politica ed umana, perché da più di dieci anni facciamo battaglie comuni o perché facciamo parte del partito della Sinistra Europea.

Voglio esprimere il mio appoggio a Tsipras perché penso che il brutto testo che ha firmato risponda sostanzialmente ai rapporti di forza che ci sono a livello europeo. Penso che le forze che seguono la Merkel su una linea iperliberista siano di gran lunga molto più forti delle forze antiliberiste che a questo indirizzo si oppongono. Da un lato il governo Greco e dall’altro tutti gli altri governi, divisi solo sull’esito ma non sui contenuti: i tedeschi volevano la Grecia fuori dall’Euro e Draghi – con Renzi e Hollande – la voleva dentro ma totalmente piegata alle politiche di austerità. Come ha spiegato Varoufakis tra i “nemici più energici” c’erano i governi dei paesi che avrebbero potuto beneficiare di una svolta nell’impostazione europea: per loro un successo del governo greco sarebbe stato uno schiaffo nei confronti dei loro elettorati a cui da anni impongono tagli e “riforme”. Uno contro venti è il titolo di un Tex Willer: qui purtroppo non siamo in un fumetto e non è così facile vincere da soli. Anche perché negli altri paesi europei, al di fuori della Grecia, non siamo riusciti a costruire un significativo movimento di massa contro il neoliberismo e di appoggio al governo greco. Grazie alla disinformazione dilagante, non siamo nemmeno riusciti a far capire che le proposte greche andavano a favore di tutti i popoli europei e non erano una richiesta dei greci di essere “mantenuti” dagli altri popoli.

Penso che Tsipras, il suo governo e Syriza hanno fatto sostanzialmente tutto quello che potevano fare anche se questo non è stato sufficiente: la piccola ed indebitata Grecia era più debole. La Germania e i suoi servi erano più forti, ed hanno imposto larga parte delle loro condizioni. Il problema non è Tsipras: il problema è nostro e riguarda la nostra capacità di costruire anche in Italia una sinistra sociale, culturale e politica che sia in grado di fare quello che Tsipras ha saputo fare in Grecia e cioè di mandare i Renzi, i Salvini e i Berlusconi all’opposizione e aprire una nuova fase.

In altri termini penso che il problema non è Tsipras ma la Germania della Merkel. Il problema è il rovesciamento dei rapporti di forza tra le classi sia sul piano materiale che culturale a livello di ogni singolo paese e a livello europeo. Il problema è questa Unione Europea ordoliberista che distrugge diritti e civiltà. Il problema è come rompere questa gabbia d’acciaio costituita dall’Unione Europea a trazione tedesca al fine di poter costruire una Europa dei popoli. Per questo aderiamo convinti alla SETTIMANA DELLA VERGOGNA EUROPEA lanciata da l’Altra Europa e manifesteremo davanti ai simboli delle forze del caos e dell’arroganza, a cominciare dalla Deutsche Bank.

Qualcuno dirà: ma Varoufakis ha proposto una strada diversa! Ho letto anch’io quanto ha scritto Varoufakis, che gode di tutta la mia stima e nel merito non ho particolari obiezioni alle sue proposte. Non a caso la costruzione di un doppio circuito monetario senza uscire dall’euro è una delle proposte che ho avanzato un anno fa nel mio libro sulla truffa del debito pubblico: ha lo stesso effetto e la stessa funzione degli IOU proposti da Varoufakis. Il punto su cui vorrei far riflettere è: quale peso contrattuale poteva avere la simulazione dell’uscita dall’euro della Grecia nel momento in cui buttare fuori dall’eurozona la Grecia era proprio la proposta dello schieramento più oltranzista guidato dalla Germania? Mi pare che qui non si tenga conto che minacciare di uscire a chi ti vuole buttare fuori non avrebbe fatto una gran paura, avrebbe probabilmente favorito la Germania nel realizzare il suo proposito. Non sapremo mai quale sarebbe stata la strada migliore ma a me pare che tutte queste discussioni sulla trattativa , non spostano di una virgola il problema fondamentale: l’Unione Europea è dominata da una elite neoliberista a trazione tedesca, che ha la determinazione propria dei nazisti nel piegare le resistenze dei popoli europei. In Europa ancora non esiste una sinistra e un movimento antiliberista con dimensioni e consapevolezza sufficienti a sconfiggere questa elite che usa le armi del terrorismo finanziario per spaventare i popoli e obbligarli a piegare la testa.

Invece che criticare Tsipras dovremo cercare di fare – anche in Italia e nel resto d’Europa – almeno la metà di quanto Tsipras ha fatto in Grecia: contro Renzi così come contro Draghi e la Merkel, le due facce della stessa barbarica medaglia.