— Pavlos Nerantzis, SALONICCO, 6.2.2015
Grecia. Zoe Constantopoulou, è stata eletta presidente del parlamento raccogliendo un numero record di voti
La Grecia, come accade raramente nella storia di ogni paese, sta passando momenti unici di unità e lotta contro chi — nel resto dell’ Europa e soprattutto Berlino — crede si possa andare contro la volontà popolare, insistendo sull’applicazione di un piano di risanamento suicida. La Grecia propone al resto del vecchio continente di ritornare padrona del proprio destino.
Lo slogan «non ci facciamo ricattare. Non cediamo. Non abbiamo paura. Non arretriamo. Vinciamo» sentito durante la manifestazione, organizzata giovedì scorso a tempo di record sui social network mentre dalle capitali e dalle istituzioni europee arrivavano notizie di «chiusura» nei confronti delle richieste del governo di Tsipras, rispecchia in questo momento i sentimenti della maggioranza dei greci: rabbia per la mancanza di solidarietà da parte dei partner europei, determinazione per quanto potrebbe accadere. «Andremo fino in fondo» dice lo stesso ripete Tsipras, sottolineando che «la democrazia ha parlato e nessuno ha il diritto di non ascoltare». Che non si tratti di una mossa suicida, odi una testardaggine collettiva, quanto piuttosto di un atteggiamento consapevole dovuto alle conseguenze catastrofiche del programma «lacrime e sangue» degli ultimi anni, lo si capisce parlando con i greci.
Rabbia, determinazione e non solo, perché l’ eurozona dominata da Berlino ha escluso la possibilità di affrontare la questione del debito pubblico, che non riguarda soltanto la Grecia, senza tener conto dell’ esito elettorale e del fatto che la ricetta applicata dalla troika (Fmi, Ue, Bce) non ha avuto un risultato positivo. I greci si rendono ormai conto che a Bruxelles e a Berlino al di là delle belle parole, i politici non si interessano all’impoverimento di centinaia di migliaia di famiglie greche, né della disoccupazione, della fame, del crollo del sistema sanitario, i suicidi e nemmeno per il fatto che il terzo partito al parlamento sia Chrysi Avghi (Alba Dorata), un partito nazista cresciuto a causa della crisi. Per i dirigenti Ue — dicono i greci– contano i numeri. Ma anche quelli non vanno bene, visto che il debito aumenta e la recessione continua, nonostante le promesse.
Il fatto che Berlino e i suoi stretti alleati in eurozona in un modo sempre più cinico rifiutino anche l’eventualità di discutere un accordo-ponte proposto da Atene, togliendo in pratica al neo governo greco il tempo necessario per organizzare e trattare in seguito il suo piano di risanamento e di riforme, dimostra il panico e l’ obiettivo reale di Ankela Merkel: piegare la Grecia e Alexis Tsipras perché costituiscono un pericolo reale per il neoliberismo «merkeliano» e la germanizzazione dell’ Europa. Il governo di Alexis Tsipras a pochi giorni dalla riunione straordinaria dell’ Eurogruppo e del vertice Ue a livello ufficiale rimane senza alleati, nonostante la solidarietà espressa da un sempre maggior numero di intellettuali e sindacalisti da tutto il mondo– ma raccoglie oltre il 70% del sostegno dell’elettorato e un numero sempre maggiore di parlamentari che si schierano a favore delle richieste del premier greco.
Deputati conservatori, lasciando a parte la linea ufficiale del leader di Nea Dimokratia, Antonis Samaras, sempre più isolato, hanno espresso il loro sostegno alle mosse del premier, mentre ieri il candidato presidente del parlamento, Zoe Constantopoulou, è stata eletta raccogliendo 235 su 298 voti, un numero record per la storia parlamentare del paese. A suo favore hanno votato i 149 parlamentari di Syriza, i 76 di Nea Dimokratia, i 17 di To Potami, i 13 di Greci indipendenti e i 13 del Pasok. Astenuti e contrari sono stati i voti dei comunisti del Kke e dei nazisti di Alba Dorata. Constantopoulou, parlamentare di Syriza, avvocato per i diritti umani e avversaria della corruzione, è il più giovane — è nata nel 1976– presidente del parlamento ellenico e la seconda donna che assume tale carica dello Stato. Ieri c’é stata una riunione di Alexis Tsipras con lo staff dei ministri addetti alla preparazione del piano di risanamento, che sarà presentato nel summit del 16 febbraio, mentre il premier greco si è incontrato con l’ ambasciatore americano ad Atene e il sottosegretario delle finanze statunitense.
Nel gioco è entrato anche Vladimir Putin che ha invitato Alexis Tsipras a visitare Mosca il 9 maggio per discutere dei rapporti con l’ Ue e la questione dei gasdotti verso la Grecia. L’obiettivo di Atene — che sarà espresso nella riunione straordinaria dell’ Eurogruppo — rimane sempre la rinegoziazione di un programma economico che garantisca la crescita senza l’austerity e l’ulteriore indebitamento del Paese a scapito sia dei greci sia dei partner europei.
«Abbiamo un impegno con le regole dell’ Ue, ma l’ austerity e gli irraggiungibili avanzi primari non costituiscono le regole istitutive dell’Ue» ha affermato ieri il premier greco. «Dai nostri partner, però — ha aggiunto — pretendiamo che rispettino la democrazia e la volontà popolare in Grecia e, soprattutto, la decisione del popolo greco di fermare il proseguimento dell’errore in questo Paese». Domani, intanto, comincia il dibattito parlamentare sulle dichiarazioni programmatiche del governo che si cocluderà a mezzanotte di martedì con il voto di fiducia al nuovo esecutivo. Per il giorno dopo, 11 febbraio, mentre a Bruxelles l’Eurogruppo discuterà il caso greco, ad Atene, Salonicco e in altre città saranno organizzati dei raduni di sostegno al governo greco. Platia Syntagmatos ad Atene, la piazza di fronte alla Torre bianca a Salonicco, le piazze centrali a Patrasso, Chania, Volos, si riempiranno di migliaia di persone per ripetere la loro solidarietà al dream-team di Tsipras.
fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/tsipras-come-prima-piu-di-prima/