Tsipras cerca una via di uscita

Alexis Tsipras

Alexis Tsipras

—  Antonio Sciotto, 17.2.2015

Basta troika. Il leader greco chiede un piano concordato solo con i capi di governo. E chiama anche Renzi.
Finanziamento esteso altri 6 mesi, ma alle condizioni della bozza Moscovici. Convincerà il falco Schaeuble?

Dopo una gior­nata di scon­tri e scin­tille tra la Ue e il governo greco — e soprat­tutto tra il mini­stro tede­sco Schaeu­ble e il pre­mier elle­nico Tsi­pras — Atene in serata sem­bra aver accet­tato un primo com­pro­messo. Il con­di­zio­nale è d’obbligo per­ché al momento di scri­vere que­sto arti­colo si par­lava solo di indi­scre­zioni fuo­riu­scite da fonti gover­na­tive, ma pare che oggi Tsi­pras si disponga a chie­dere l’estensione per ulte­riori sei mesi del finan­zia­mento Ue attual­mente in vigore, e che scade il 28 feb­braio: data oltre la quale le casse del Par­te­none sareb­bero vuote.

Ma lo schema messo in piedi dal primo mini­stro greco e lea­der di Syriza sarebbe quello di ribal­tare i mec­ca­ni­smi finora appli­cati nella Ue, dove a con­tare dovreb­bero essere (nei suoi intenti, è un ten­ta­tivo appunto) non più le deci­sioni dei “tec­no­crati” (vedi troika, dove pre­do­mi­nano ine­vi­ta­bil­mente i ban­chieri di Bce e Fmi) ma quelle dei governi e dei capi di stato.

Spo­stare tutto più sul piano delle poli­tica, in modo da otte­nere una certa tol­le­ranza: infatti ieri sera Tsi­pras ha sen­tito alcuni pre­mier euro­pei — tra cui Mat­teo Renzi, rag­giunto tele­fo­ni­ca­mente a Palazzo Chigi alla pre­senza del mini­stro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Il pre­mier greco ha chie­sto ai lea­der euro­pei un ver­tice per discu­tere le neces­sità di finan­zia­mento della Gre­cia. Secondo il Wall Street Jour­nal, Tsi­pras chiede di por­tare il nego­ziato sul tavolo dei capi di Stato e di governo. «Il nego­ziato con i nostri part­ner non è una que­stione tec­nica ma pro­fon­da­mente poli­tica. Ecco per­ché non si può risol­vere in poche ore», ha detto. «La solu­zione all’impasse non arri­verà dai tec­no­crati, ma dai lea­der poli­tici d’Europa».

«Deci­de­remo se chie­dere un’estensione del loan agree­ment»: cioè del pre­stito con­cesso dai part­ner euro­pei, ma non dell’intero pro­gramma di assi­stenza finan­zia­ria con tutte le con­di­zioni che que­sto com­porta, ha poi spie­gato una fonte gover­na­tiva alle prin­ci­pali agen­zie. Secondo la rete tele­vi­siva Antenna e altri media, l’esecutivo di Atene pre­sen­terà oggi a Bru­xel­les la richie­sta di pro­roga dei finan­zia­menti: non più legan­doli però al duro pro­gramma della troika, ma a una ver­sione più mor­bida e in qual­che modo fles­si­bile con­cor­data con la sola Ue. La base dovrebbe essere il docu­mento sot­to­po­sto due giorni fa al mini­stro delle Finanze elle­nico Yanis Varou­fa­kis dal com­mis­sa­rio agli Affari eco­no­mici Pierre Mosco­vici. La pro­po­sta, sem­pre secondo i media, dovrà essere quindi esa­mi­nata dall’Eurogruppo e, qua­lora fosse rite­nuta com­pa­ti­bile con le con­di­zioni poste alla Gre­cia dall’Eurogruppo, venerdì verrà con­vo­cata un’altra riu­nione dello stesso orga­ni­smo che dovrà deci­dere di conseguenza.

Eppure fino a poche ore prima il governo greco sem­brava più che deter­mi­nato a respin­gere qual­siasi ulti­ma­tum pro­ve­niente dalla Ue, spie­gando che non lo avrebbe accet­tato «nean­che con la pistola pun­tata alla tem­pia»: «Il vec­chio pro­gramma di rispar­mio è morto». E chi pro­pone di pro­lun­garlo di 6 mesi «spreca il suo tempo», aveva detto Tsi­pras alla rivi­sta tede­sca Stern. Atene non ha biso­gno di un piano B, alter­na­tivo a quello A pro­po­sto dall’Unione, «per­ché rimar­remo nell’euro». «Ma non rag­giun­ge­remo que­sto risul­tato sulle spalle dei deboli, come il governo che ci ha pre­ce­duto». Tsi­pras aveva chia­ra­mente riget­tato l’ultimatum di venerdì scorso: «Non dovrebbe esserci posto nell’Ue per ulti­ma­tum del genere. Nes­suno può pre­ten­dere che andiamo avanti dove il governo di Sama­ras si è fermato».

D’altronde, le dichia­ra­zioni tede­sche erano state così forti da richie­dere quasi natu­ral­mente, da parte del governo greco, una rea­zione di pari livello: «La Gre­cia deve deci­dere cosa vuole fare — aveva tuo­nato al ter­mine dell’Ecofin, il mini­stro Schaeu­ble — Nes­suno dei col­le­ghi nell’Eurogruppo ha capito cosa vuole vera­mente e nes­suno sa se la stessa Gre­cia lo sap­pia», ma Atene deve deci­dere «se vuole rima­nere nell’euro» e «deve pren­dere degli impe­gni chiari e dura­turi». Insomma, Tsi­pras vuole restare o vuole uscire dall’euro?

E quindi era seguita la rispo­sta pic­cata del governo elle­nico: la Gre­cia «non fir­merà un’estensione del pro­gramma di aiuti nem­meno con una pistola pun­tata alla tem­pia», ha detto il por­ta­voce del governo greco Gavriil Sakel­la­ri­dis alla Tv greca. La Gre­cia non ha fretta e dun­que non accet­terà com­pro­messi, ha poi aggiunto Tsi­pras. La demo­cra­zia greca «non può essere minac­ciata», la Gre­cia non è una colo­nia o un paria dell’Europa, ha infine aggiunto. E si vedrà oggi la sua pros­sima mossa.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/tsipras-cerca-una-via-di-uscita/