Il premier greco alla tv di Stato si dice sicuro che nessuno voglia cacciare la Grecia dall’euro: “Ma vogliono spazzare via la speranza”. E sul referendum del 5 luglio: “La gente ha il diritto di scegliere il suo futuro”. Se vince il ‘si’, però, le dimissioni sarebbero probabili: “Non sono un uomo per tutte le stagioni”
ATENE – A sei giorni dal referendum in cui i greci sono chiamati a respingere o accettare la proposta di accordo raggiunta in Europa il 25 giugno, il premier greco, Alexis Tsipras, parla alla Tv di Stato, mentre migliaia di persone sono scese in piazza per dire ‘no’ al referendum di domenica prossima.
“La grande folla radunata a Syntagma ci dà la forza…con calma e compostezza affronteremo minacce e ricatti”, ha detto il premier, che ha criticato la marcia indietro fatta dalle istituzioni europee davanti alle sue proposte e ha insistito sul fatto che la Grecia ha fatto pressioni per raggiungere un accordo socialmente giusto: “L’accordo – ha detto – non può colpire i pensionati. Tutti i greci possono testimoniare che abbiamo fatto tutto il possibile perché si arrivasse a un punto comune”. Ma “la conclusione cui sono arrivato è che l’obiettivo delle altre parti coinvolte non fosse quello di colmare il divario, ma quello di farci adottare le loro posizioni”. Per Tsipras, che comunque non crede che ci sia una volontà da parte dei creditori di cacciare la Grecia dall’Eurozona, il piano era quello di cacciare via il governo di sostegno nazionale: “Volevano spazzare via la speranza, ma non credo che ci sia la volontà di cacciare via la Grecia dall’euro, perché un Paese in default ha dei costi altissimi”.
Referendum. Per quanto riguarda la consultazione popolare di domenica, il premier ha raccontato di aver anticipato alla cancelliera Angela Merkel e al presidente francese François Hollande la decisione del Gabinetto di Atene di convocare un referendum sulla proposta dei creditori e di “non aver ricevuto” da parte loro “una risposta negativa”. “Ho chiesto una proroga e nessuno quella sera mi ha detto che non ce ne sarebbe stata alcuna”.
Addio all’euro più vicino. Dunque, se vince il no, è probabile che “dovremo forse dire addio all’euro”, ha detto il primo ministro greco. “I cittadini greci potranno sopravvivere anche senza il programma di aiuti”, ha detto ancora il leader di Syriza, secondo il quale maggiore sarà la percentuale del ‘no’, “maggiori saranno le armi del governo greco per rilanciare i negoziati”. E ancora: “La gente ha il diritto di scegliere il proprio futuro. Il popolo farà sentire la sua opinione sulle note questioni: la loro voce sarà ascoltata”. Ma se vincesse il ‘si’, Tsipras non ha dubbi: “Non sono un uomo per tutte le stagioni”, ha risposto alludendo a possibili dimissioni.
Commissione europea. Il premier si è detto sorpreso di non aver ottenuto la proroga e, analizzando le proposte della Commissione europea, ha detto che “l’intenzione del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker era tra le più positive, ma la sua proposta era uguale a quella del Fondo Monetario Internazionale”. Quando è stato detto di no alla proroga per la Grecia “non li ho presi di sorpresa, ma sono rimasto io sorpreso il giorno seguente all’Eurogruppo. Quella sera pensavo di vedere la luce alla fine del tunnel, credevo nella proroga, il governo precedente l’aveva avuta”, ha detto ripercorrendo la genesi della sua richiesta di avere una proroga al programma di aiuti, in modo da poter effettuare il referendum sulle proposte dei creditori internazionali, sfociata poi in un no dei partner europei.
Misure estreme. Tsipras si è detto convinto anche del fatto che “le istituzioni non erano interessate a trovare un terreno comune, piuttosto a imporre misure estreme”. “Anche se la nostra proposta finale era stata accettata, le istituzioni hanno fatto marcia indietro minando così la prospettiva di un accordo”. “Durante i colloqui con Merkel e Hollande”, ha ricordato il premier greco, “ho detto che la loro proposta non era una soluzione sostenibile, ho detto loro di non poter dare una risposta positiva. Ho telefonato prima dell’annuncio del referendum, dicendo che la decisione del governo era la seguente. La loro risposta? Non voglio commentarla, queste discussioni sono più private… Ho chiamato anche (Mario) Draghi”. “Sono ancora convinto che questa scelta”, ha aggiunto Tsipras, “la scelta che hanno fatto di impedire” a un Paese di optare per una soluzione democratica, “entrerà tra le pagine nere della storia europea”.
Contro Grexit, ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Alle parole di Tsipras ha fatto eco, in serata, il ministro dell’Economia greco, Yanis Varoufakis. La Grecia – ha spiegato il responsabile economico di Atene – potrebbe ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per bloccare l’espulsione della Grecia dall’area euro, la cosiddetta Grexit. Varoufakis è stato intervistato dal Telegraph. La Grecia ”minaccia di cercare un’ingiunzione contro le istituzioni europee per bloccare l’espulsione del paese dall’euro” afferma il Telegraph. ”Considereremo di certo un’ingiunzione alla Corte di Giustizia europea. La nostra appartenenza non è negoziabile” mette in evidenza Varoufakis. ”Una richiesta di ingiunzione – aggiunge il Telegraph – sarebbe uno sviluppo senza precedenti, che complicherebbe ulteriormente la crisi”. Secondo indiscrezioni, le autorità greche starebbero anche valutando un’azione contro la Bce per aver congelato la liquidità di emergenza per le banche greche. Varoufakis ritiene che la Grecia abbia abbastanza liquidità per andare avanti fino al referendum, ma ammette che il controllo dei capitali rende la vita difficile alle aziende greche.
In 17mila in piazza per dire ‘no’ all’Europa. Sono circa 17mila i manifestanti, in maggior parte simpatizzanti del partito della sinistra radicale Syriza al potere in Grecia, che sono scesi in piazza ad Atene e Salonicco a favore del “no” al referendum, denunciando il “ricatto dei creditori”, Unione europea e Fondo monetario internazionale. Secondo le ultime stime della polizia, più di 13mila si sono radunate a piazza Syntagma e al Parlamento nel centro di Atene e 4mila a Salonicco, seconda città della Grecia nel nord, a pochi giorni dal referendum in cui i greci dovranno pronunciarsi – con un “sì” o un “no” – sulle nuove misure di austerity proposte dai creditori.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2015/06/29/news/tsipras_affronteremo_con_calma_minacce_e_ricatti_-117966587/?ref=HREA-1