Trent’anni senza Pippo Fava

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«Non amerebbe questo Paese». Il ricordo del figlio: «Denunciava un’Italia corrotta. La notte degli spari cambiò il mio sguardo sul mondo. La seconda notte fu la peggiore».
La prima notte passa in fretta, travolta dall’emozione. La seconda no. «Capisci che è cambiato tutto, che è volata via l’innocenza. Conosci il vuoto ma ancora non sai che non potrai mai riempirlo. La seconda notte non finisce: ti resta addosso per tutta la vita, come un debito che non puoi saldare». Quello di Claudio Fava è un debito dello Stato intero verso un cittadino tenace e onesto, che denunciava un Paese corrotto e mafioso, e ne sperava uno pulito e migliore: il 5 gennaio di trent’anni fa spararono cinque colpi alla nuca di Giuseppe “Pippo” Fava, il padre di Claudio. Un giornalista, un po’ di più: uno che scriveva….
fonte: l’Unità