Taglio dei treni per sanare i bilanci? I pendolari di Trenord non ci stanno
La protesta di chi viaggia inviata via mail alla Regione e all’ad Farisè
di Gabriele Moroni
Milano, 14 febbraio 2015 – Lunedì 2 febbraio. L’assessore lombardo alle Infrastrutture e mobilità, Alessandro Sorte, incontra i rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale dei servizi. Risuonano note positive: l’obiettivo di alzare di 10 punti (dal 72 all’82), entro l’anno e solo come inizio, la puntualità di cinque tratte, i nuovi treni già arrivati e quelli in arrivo, la «chiamata» a Rete ferroviaria italiana per un percorso comune lungo il Piano di emergenza. Musica per le orecchie pendolaresche alle quali suona, però, stonata l’ipotesi di un taglio di treni nei fine settimana e nel mese di agosto. La spiegazione è che con gli aumenti tariffari (media del 4 per cento in più) partiti all’inizio di febbraio, Trenord prevede di incassare 11 milioni di euro: meno della metà dei circa 25 milioni che si è visti tagliare dalla Regione.
La preoccupazione non ha abbandonato i rappresentanti del popolo ferroviario. Matteo Mambretti, anche a nome degli altri, invia una lunga mail all’assessore Sorte e all’ad di Trenord, Cinzia Farisè. Partenza dal quadro di riferimento. «Regione Lombardia ha investito dal 2004 al 2012 in un piano di crescita del sistema ferroviario regionale offrendo un servizio appetibile e di qualità crescente che ha portato a un aumento di viaggiatori da 450.000/giorno a 700.000/giorno. Trenord ha avuto performances in crescita dal 2004 al 2012; successivamente ha subito un “tracollo” interno e un cambio di management. Le performances del 2013 ad oggi sono colate a picco causando tutti i disagi ormai non più accettabili che abbiamo documentato nel tempo. Dall’inizio di quest’anno grazie a un nuovo assessorato in Regione e a una nuova dirigenza in Trenord sembra si sia tornati a parlare di miglioramento».
Riconoscimenti doverosi, cavallereschi. Ma non si parli di tagli. Sul punto il «no» dei viaggiatori è sonoro. L’ipotesi è respinta come «assurda», anche perché in contraddizione con gli aumenti tariffari. «Ma tra le cose positive si nasconde la “spada di Damocle” di un paventato taglio dei servizi. In pratica qualcuno ha ventilato l’ipotesi – infondata! – che per migliorare sia necessario ridurre il numero di treni. Questo è assurdo: da una parte Regione e Trenord hanno applicato un aumento delle tariffe (un ulteriore 4%, in un contesto in cui ogni anno ci sono aumenti), dall’altra parte annunciano di tagliare – quindi peggiorare il servizio! – in maniera indiscriminata. Si tratta di un progetto completamente irricevibile e che i viaggiatori non possono accettare». Anche in vista di Expo. Così come non viene accettata l’equazione meno treni più puntualità, traduzione su strada ferrata del vecchio adagio «pochi ma buoni».
fonte: il Giorno
http://www.ilgiorno.it/aumenti-trenord-1.669623
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