Ru486 in ambulatorio scontro tra favorevoli e contrari –
La pillola abortiva potrà essere somministrata anche fuori dagli ospedali. Lo ha deciso, per primo in Italia, il Consiglio sanitario regionale. Oggi arrivano le reazioni del mondo cattolico e di quello laico.
di MICHELE BOCCI
L’apertura del Consiglio sanitario toscano all’uso fuori dall’ospedale della Ru486 sta provocando varie reazioni. Molte sono quelle favorevoli ma ci sono anche voci contrarie. L’organo tecnico dell’assessorato alla salute ha espresso un parere unico in Italia che porta per la prima volta fuori dagli ospedali la pillola abortiva. Potrà infatti essere somministrata alle donne anche all’interno dei “poliambulatori”, come li definiva la legge 194 del ’78 che già a suo tempo aveva previsto la possibilità di introdurre metodiche nuove oltre alla chirurgia se “rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. E’ proprio questo passaggio ad essere citato all’inizio del parere della commissione di esperti chiamati in causa dal Consiglio sanitario. Teoricamente i poliambulatori possono ospitare anche consultori, come spiega il vicepresidente del Consiglio sanitario, Antonio Panti.
Il parere dei tecnici indica tutti i dettagli della somministrazione in poliambulatorio o consultorio, dove la donna deve restare per due ore dopo aver preso il farmaco. Poi va a casa con i numeri della struttura territoriale ma anche di un medico dell’ospedale reperibile 24 ore su 24. Viene invitata a tornare dopo 48 ore per assumere un secondo farmaco e le viene fissata una vista di controllo per 15 giorni dopo. Per introdurre la novità nelle Asl toscane, teoricamente, non c’è bisogno nemmeno di una delibera. Lo spiega lo stesso Panti: “Ora dipende dalla volontà della Regione. Il nostro parere può semplicemente essere notificato dall’assessore alle Asl, e chi vuole può somministrare la pillola nei consultori. Non importa una delibera, perché abbiamo agito all’interno legislazione vigente”.
La parlamentare di Sel Marisa Nicchi commenta così: “Finalmente le donne saranno libere di scegliere. Auspichiamo che le altre regioni seguano l’esempio virtuoso della Toscana. Questo via libera è un importante contributo al rispetto della legge 194, visto che aumenterà considerevolmente il numero di medici che non sono obiettori di coscienza” ed “è un sostegno a tutte le donne che si trovano a vivere un momento delicato come quello dell’aborto. Non solo ridurrà le liste d’attesa, ma permetterà alla donna di vivere più serenamente questo passaggio, visto che i consultori sono strutture che potranno avere un minor impatto psicologico sulle pazienti”. Secondo la sessuologa Alessandra Graziottin nei consultori, oltre al ginecologo ci sono diversi altri specialisti che possono aiutare la donna che sceglie di abortire, eventualmente anche a cambiare idea. “La decisione va applaudita – afferma – perché riporta la decisione sull’aborto in un contesto come quello del consultorio, che quando funziona è la sede naturale dove valutare anche la possibilità di cambiare idea. In questi centri infatti ci sono altri specialisti come psicologi e assistenti sociali che sono i più adatti ad accompagnare la donna con l’attenzione che serve in questi momenti. E’ una decisione che dimostra grande sensibilità per la psicologia della donna”.
Le critiche alla Regione arrivano da Fratelli d’Italia, che attaccano: “Dopo aver stabilito il triste primato di essere stata la prima regione d’Italia ad introdurre l’uso della pillola abortiva RU 486, senza aver effettuato prima un percorso di sperimentazione del farmaco, adesso la
Toscana ha deciso che la pillola possa essere somministrata anche al di fuori delle strutture ospedaliere, ovvero nei consultori familiari”. Critica anche Scienza e Vita che teme “un processo di banalizzazione dell’aborto in una deriva riduttivistica mascherata da efficienza”.
fonte: La Repubblica
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/03/04/news/via_libera_della_toscana_alla_ru486_nei_consultori-80164592/?ref=HREC1-31