Al processo Eternit bis spunta nuova tesi: “Violati i diritti umani dell’imprenditore svizzero”

Cominciata l’udienza preliminare, unico imputato è il magnate Stephan Schmidheiny, stavolta accusato di omicidio volontario per la morte di 258 persone esposte all’amianto. Governo e Regione non si costituiscono parti civili. Prossima udienza il 14 maggio
In una delle maxi aule al piano interrato del Palazzo di Giustizia di Torino, via all’udienza preliminare dell’inchiesta Eternit bis. L’unico imputato è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere di una catena di decessi provocati – secondo l’accusa – dall’amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani della multinazionale. Ma l’entourage dell’imprenditore sostiene una tesi clamorosa, “questo processo viola i diritti umani dello stesso Schmidheiny”La sentenza d’appello annullata
I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace sono convinti che l’elvetico, pur conoscendo il problema, fece poco o nulla per modificare le “enormemente nocive condizioni di polverosità” nelle fabbriche. E portò avanti “una politica aziendale” che provocò una “immane esposizione ad amianto di lavoratori e cittadini”. Il tutto per “mero fine di lucro”. Con il contorno supplementare di una “sistematica e prolungata campagna di disinformazione”.
Schmidheiny è assistito da due principi del foro, Astolfo di Amato e Guido Carlo Alleva, che promettono una battaglia durissima.