Una sensazione di sollievo, quella provata ieri da tanti cittadini che credono in valori e programmi che fino a poche settimane fa sembravano miraggi lontani anni luce.
Dopo la richiesta dei pieni poteri di Salvini, che tanto ricordava quella di un personaggio del secolo scorso, tutte quelle persone non “laureate all’università della strada” avranno sicuramente pensato che la storia si stesse ripetendo. Ripetendo come è solita fare, a piccoli e subdoli passi, poco alla volta per creare un effetto domino che poi è difficile arginare in nome della democrazia.
Ieri il Senato ha votato la fiducia al Governo Conte 2, con 169 sì contro 133 no e 5 astenuti. Dopo la fiducia passata il giorno prima alla Camera, nasce il nuovo Governo di discontinuità rispetto a quello precedente che stava deragliando verso strade pericolose.
Fatto sta che l’artefice della caduta del vecchio governo è stato proprio il suo capitano: Matteo Salvini. Il motivo? Lasciare i problemi reali alla nuova coalizione, dovendoli a breve affrontare in vista della stesura della nuova legge di Bilancio?! La speranza di andare a nuove elezioni e fare il botto di voti, urlando viva l’Italia, la Madonna, Gesù e il Rosario e se esseri umani muoiono in mare chi se ne frega?! Un mojito di troppo che ha creato un delirio di onnipotenza e ha fatto impazzire il testosterone?!
Il dubbio è lecito, perché se le migrazioni fossero il vero problema dell’Italia, avrebbe avuto più senso una convinta delegazione della Lega capeggiata dall’errante capitano, incatenata sotto il Parlamento Europeo, pretendendo una soluzione condivisa. La demagogia si fa invece proprio attraverso selfie a petto nudo, abbuffate da far invidia a Trimalcione, felpe nazionaliste e regionali, e mojiti di troppo.
Certo è che ora il nuovo Governo formato da M5s, PD e LeU si trova dentro a una bella giornata della liberazione, ma pure a una dura e difficile ricostruzione. Il nostro paese da decenni vive in una situazione di stagnazione economica che ci ha reso poveri, precari, senza futuro e di conseguenza incattiviti. Come preso atto dai tre partiti che si sono incaricati di pensare al benessere dei cittadini, ai contenuti, eliminando le ideologie xenofobe; il compito è sicuramente in salita, ma non impossibile. Il fondo è già stato toccato.
Iniettare forti dosi di oppiacei al Popolo Sovrano stordendolo con slogan razzisti e utilizzando pure simboli religiosi, è Scienza Politica fatta a brandelli.
Come spiegato dai temerari che si sono messi in campo, c’è chi afferma per un attaccamento alle poltrone, ma forse molto banalmente per puro spirito di civiltà e di umana sopravvivenza (quella della quotidianità): “Torniamo a parlare di problemi concreti, modifichiamo il linguaggio, rispettiamo la Costituzione, portiamo avanti uno spirito democratico che non si può basare sui pieni poteri, ma sulla divisioni dei poteri alla Montesquieu, ridistribuiamo le ricchezze e garantiamo un futuro ai cittadini”. Parole sante.
Ieri in Senato, Conte è stato definito dai leghisti traditore, la coalizione considerata di estrema sinistra, vista la presenza di LeU, che non ha mai provato, pensato o parlato di nostalgia verso i totalitarismi comunisti. Ricordo che lo stesso PCI si rese autonomo dai totalitarismi di estrema sinistra con statisti del calibro di Gramsci, Togliatti e Berlinguer che cercò addirittura un compromesso storico con il rimpianto e doroteo democristiano Moro, sempre per il bene dell’Italia.
La Scienza Politica certo non ha nulla di romantico, è fatta di strategie che a volte cambiano quando i tempi maturano e quando fondamenti come lo spirito democratico vengono minacciati da quella che non è più Scienza Politica ma becera e pericolosa demagogia.
Il nuovo governo ha ottenuto la fiducia anche grazie al voto dei Senatori a vita Monti, Cattaneo e Segre. I voti contrari che hanno lasciato un pò di amaro in bocca sono stati quelli di Bonino, europeista convinta, e Richetti, il fascinoso dei Dem, che medita di lasciare il PD per costruire un nuovo spazio con il deluso Calenda. Per ora si aspetta la nomina dei sottosegretari.
Ricordiamo i componenti del nuovo esecutivo, assolutamente costituzionale. Ecco i 21 gladiatori “temerari” del Conte 2 (10 del M5s, 9 di PD, 1 di LeU): Roberto Guatieri (PD) Ministro dell’Economia e delle Finanze, Stefano Patuanelli (M5s) Ministro dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo (M5s) Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio (M5s) Ministro degli Affari esteri, Paola De Micheli (PD) Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Teresa Bellanova (PD) Ministro alle Politiche agricole, Roberto Speranza (LeU) Ministro della Salute, Sergio Costa (M5s) Ministro dell’Ambiente, Alfonso Bonafede (M5s) Ministro della Giustizia, Luciana Lamorgese (tecnico) ministro dell’Interno, Lorenzo Guerini (PD) Ministro della Difesa, Dario Franceschini (PD) Ministro ai Beni culturali e al Turismo, Lorenzo Fioramonti (M5S) Ministro dell’Istruzione e dell’Università, Vincenzo Amendola (PD) Ministro agli Affari europei, Giuseppe Provenzano (PD) Ministro per il Sud, Francesco Boccia (PD) Ministro per Affari Regionali e autonomie, Paola Pisano (M5s) Ministro all’Innovazione tecnologica,Vincenzo Spadafora (M5s) Ministro allo Sport e alle Politiche giovanili, Fabiana Dadone (M5s) Ministro alla Pubblica amministrazione, Federico D’Incà (M5s) Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elena Bonetti (PD2) Ministro alle Pari opportunità. Contiamo 7 donne, quindi 1/3 del totale.
Ha affermato nel suo profilo Face Nicola Fratoianni deputato LeU, sintetizzando il suo discorso alla Camera: “La sicurezza che chiedono gli italiani è quella di un lavoro ben retribuito, con tutti i diritti garantiti. La sicurezza che chiedono è quella di non vedere calpestare dignità e futuro. E poi dei diritti per i più giovani, per quelle giovani generazioni che subiscono da anni precarietà, tagli, che li costringono a scappare dall’Italia. Noi vogliamo indirizzare il nuovo governo su questa priorità. Siete d’accordo?“.
Auguriamo al nuovo Governo buon lavoro e tanta, tanta volontà e determinazione.
La redazione