Svizzera: truffa per 30 operai

bellinzona

La grande truffa a trenta disoccupati. Attirati in Svizzera, il lavoro non esiste

L’illusione di un lavoro da operaio all’inceneritore di Mendrisio. Il requisito civetta degli esami del sangue da pagare anticipatamente (60 euro). Poi l’amara scoperta: il posto non esiste, il denaro è sparito.

Truffati e beffati. L’offerta pareva allettante, un posto di lavoro all’inceneritore di Mendrisio. Mansione: operaio. La prospettiva di uno stipendio svizzero, in franchi sonanti e abbondanti, ha fatto il resto. Così trenta italiani hanno risposto via mail a un annuncio trovato online e sono partiti alla volta del Canton Ticino (qualcuno addirittura arrivava da Napoli). Disposti a tutto per di avere quell’impiego, si sono pagati il viaggio, in alcuni casi l’albergo a Bellinzona, e hanno anche versato sessanta euro su un conto corrente per effettuare le analisi del sangue indicate come necessarie per ottenere il contratto di lavoro. Un passaggio che, in circostanze normali, avrebbe fatto scattare subito l’allerta, o quantomeno il dubbio, ma che non ha insospettito minimamente nessuno dei trenta disoccupati.

Il disperato bisogno di un guadagno deve, in qualche modo, aver sedato ogni potenziale diffidenza. Così quando il sedicente responsabile dell’azienda di recruiting ha chiesto il bonifico nessuno ha battuto ciglio. La verità è che il forno inceneritore di Mendrisio non esiste. Basta una rapida ricerca in rete per scoprirlo. E così non esiste l’ospedale Maggiore di Bellinzona dove l’intermediario ha indirizzato gli italiani per i prelievi e le analisi. Esiste invece l’ospedale San Giovanni dove lunedì mattina, raccontano i media elvetici, i candidati operai si sono presentati, uno dopo l’altro. Tutti pensavano che il sedicente responsabile avesse banalmente sbagliato il nome della struttura sanitaria. Trovato l’ospedale, si son detti, risolto il problema.

E’ però bastato poco perché medici e infermieri capissero l’inghippo. Gli italiani chiedevano di poter effettuare le analisi e parlavano dell’inceneritore di Mendrisio, mentre i sanitari tentavano di spiegare che nessun esame era stato prenotato e che l’unico inceneritore è quello di Giubiasco. A nulla, ovviamente, sono valsi
i tentativi di telefonata all’intermediario. Numero irraggiungibile e imbroglio compiuto. Non è il primo raggiro del genere ordito ai danni di italiani. Tempo fa un sito Internet offriva posti di lavoro in Austria nel settore alberghiero e diverse persone rimasero imbrigliate nel tranello, perdendo denaro e tempo. Ora i truffati annunciano denunce. Tutto si è consumato in rete e dunque le indagini, con ogni probabilità, saranno affidate alla polizia postale.

fonte: La Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/01/17/news/la_grande_truffa_a_30_disoccupati_italiani_attirati_in_svizzera_per_un_lavoro_fantasma-76226790/