Postiamo il presente articolo del nostro collaboratore di redazione Renzo Baricelli.
Soltanto questa sera, come moltissimi altri qui in Italia, ho sentito la notizia della sparatoria di questa mattina a Parigi nella quale è stata massacrata la redazione del settimanale satirico “Charlie Hebdo” e sono stati trucidati e feriti numerosi altri esseri umani.
L’attacco di estrema ferale violenza contro persone inermi ha suscitato anche in me un senso di immediato e immenso senso di pietà per le persone uccise e e di solidarietà totale nei confronti dei loro congiunti e dei feriti.
Prima di scrivere queste scarne e appena abbozzate impressioni sulla strage di Parigi ho voluto ascoltare molte delle tantissime dichiarazioni che sono state fatte da personalità italiane e dai rappresentanti dei governi in ogni parte del mondo, perché mi premeva cercare di capire quali fossero le loro interpretazioni e le loro principali preoccupazioni.
Ma mi premeva moltissimo anche cogliere quale fosse la tendenza prevalente dei ragionamenti politici riferendosi ai quali le opinioni pubbliche mondiali avrebbero avuto il primo orientamento.
La gravità e la grande violenza delle modalità della strage sono innegabili.
Gli autori della strage erano certamente consapevoli della tremenda efficacia mediatica della loro azione. Ma loro non possono avere avuto a priori una idea di quali saranno le conseguenze.
Non mi pare accettabile ritenere che l’obbiettivo principale del gruppo terrorista sia quello di vendicare le offese satiriche al Profeta Maometto e al sentimento religioso islamico. Hanno ostentato questo aspetto in modo strumentale. Forse per essere giustificati o avere comprensione da parte di quel mondo e forse anche per suscitare seguaci in certi ambienti di fanatismo.
Non mi pare che il loro principale obbiettivo sia quello di colpire la libertà di espressione e di stampa o di ricattare la satira.
Sono sorpreso nell’aver visto come i media abbiano insistito su questo come se fosse quasi l’unico vero obbiettivo dell’azione terroristica.
Su tutto questo se ne parlerà parecchio e a lungo. Mi limito quindi a citare tre interventi di persone assolutamente differenti e non paragonabili in quanto a autorevolezza e ruolo. Ma ognuno di questi tre interventi, a mio parere, contiene un nucleo di argomenti attorno ai quali l’opinione pubblica e ciascuna persona sarà chiamata a riflettere e a trarre giudizi sulla strage di Parigi e sulle conseguenze che ne derivano per tutti.
MICHELE SERRA, intervistato da Rai news 24, sottolinea anche lui l’interpretazione che l’azione terroristica di Parigi sia un attacco alla libertà di espressione e, comunque, esprime un preoccupazione che per uscire dall’incubo di questo tipo di terrorismo è fondamentale che dall’interno del mondo islamico prenda corpo e si esprima pubblicamente con grande forza la condanna e la fine di ogni sostegno ai terroristi che agiscono in nome dell’Islam. Condivido, ma mi domando se basterà per determinare la fine di questo terrorismo. Oppure sia innanzitutto necessario un cambiamento profondo delle politiche e delle relazioni degli stati europei e degli Usa nei confronti del mondo intero, incluso il Medio Oriente.
MARINE LE PEN, ma non è la sola, dice che la soluzione è il nazionalismo: i francesi padroni a casa loro. In sostanza approfitta della strage terroristica per chiedere consenso a politiche contro gli immigrati. Dire che è solo demagogia non basta per allontanare il pericolo delle destre scioviniste in Europa.
PAPA FRANCESCO manifesta un dolore e una preoccupazione più profonda e afferma e ci richiama tutti alla responsabilità collettiva e individuale quando afferma che occorre “ OPPORSI ALLA DIFFUSIONE DELL’ODIO E DI OGNI FORMA DI VIOLENZA FISICA E MORALE”
Appello condivisibile e di grande importanza quello del Papa, ma la responsabilità ricade sulla capacità di azione dei governi e delle istituzioni democratiche per dare credibilità a politiche di pace, di giustizia sociale e di vera collaborazione internazionale per la soluzione dei più gravi problemi dell’umanità.
La comunità internazionale degli scienziati ha documentato come nel mondo ci sono tecnologie e mezzi sufficienti per realizzare questi obbiettivi. Basta “convincere” i (pochi) padroni degli immensi capitali finanziari…. Ma per questo l’intesa non è facile. Ma non è impossibile….
Renzo Baricelli