Ricorre oggi, 6 aprile l’ottavo anniversario della morte di Silvana Corbari. Indimenticabile pedagogista ed educatrice sestese. Per ricordarla pubblichiamo due suoi scritti tratti da una raccolta intitolata “storie piccole piccole” che raccontano,quasi tutte, dei suoi viaggi in autobus da Sorano a Grosseto, dove spesso si recava per svolgere lezioni attinenti al suo lavoro di educatrice. E naturalmente in senso inverso per tornare a casa.
Renzo Baricelli
In viaggio
Viaggiare con la corriera della Rama è molto di più di uno spostamento. E’ una avventura nel tempo e nella storia della gente di qui che si ritrova, puntualmente ogni giorno alla stessa ora, sull’unico mezzo pubblico che porta a Grosseto. L’Autista conosce tutti i passeggeri abituali e prima di partire si preoccupa di sapere perché Irio o Ivo o Ildo oggi non ci sono. E la conversazione fitta di nomi e di riferimenti geografici coinvolge tutti, passa da un posto all’altro, ritorna all’Autista arricchita di dati e di commenti. In questi giorni il tema ricorrente è quello dei funghi . Si dice che nella macchia sotto Manciano se ne trovino a quintali, che verso Sovana i viterbesi hanno rastrellato il bosco danneggiando il fondo. E non mancano storie boccaccesche come quella di quei tali , gente indubbiamente ingorda, che dopo aver “pienato” tre secchi di porcini si sono ributtati nel bosco per una nuova retata. Giusto il tempo necessario a un burlone o a un furbo , per impossessarsi dei tre secchi e dileguarsi. Nessuno plaude ai “ladri” ma corrono parole dure anche verso gli “ingordi”. E intanto il bus sfiora vetture ferme al margine di macchioni fitti. Non li vedi ma puoi immaginarli i razziatori, che battono e rivoltano ogni zolla. …E si fanno anche i conti. Come in una moderna Borsa il prezzo del porcino sale e scende , via via che viene riferito a luoghi precisi. E ti viene un po’ invidia per quei cercatori di Grosseto che, con abilità di agenti di borsa, sono riusciti a vendere il loro raccolto al prezzo più alto.
Viaggiatori insoliti
“ Portate funghi, altrimenti vi lascio a terra! “Con questo saluto l’autista apre la porta e fa scendere l’ennesimo passeggero che, scorto dal finestrino un macchione sul ciglio della strada, ha deciso di fermarcisi a cercar funghi. E scende lesto lesto, un cestino sul braccio, il bastone in una mano e una scorta di “bustine di plastica” per un eventuale abbondante raccolto . C’è un momento di silenzio, poi la vita riprende, sul bus della Rama che va a Grosseto . Qualcuno ora fa girare tra i passeggeri una bottiglia di vino .” No, grazie, sono astemia “. E tutti mi guardano con apprensione , come si guarda un malato grave. Qualcuno tenta di portare il discorso sui fatti di attualità, ad esempio sulla “crisi del Golfo” o sulle pensioni che non vengono godute perché “si muore prima”, ma molti non ne sono informati . Qualcuno si giustifica dicendo che non ha guardato il telegiornale perché quando è in ferie non vuole essere disturbato e “ a chi rompe lo buttano di sotto”,” lupara bianca e via…” Eccola la violenza delle parole che affiora nuovamente in contrasto con i gesti che sono lenti e gentili. Anche i verbi qui in Toscana sono usati in modo molto singolare . Ad esempio i funghi non spuntano bensì “scappano”. E me li immagino , questi funghi birichini che approfittano di un momento di distrazione della terra per scappare , per uscire fuori in maniera imprevedibile e inaspettata, dopo anni di attesa . E la gente raccoglie i funghi che sono scappati sotto a Manciano , li mette con garbo nel cesto , quasi dare un po’ d’ordine alla fuga scapigliata.