Squinzi: il sindacato è fattore di ritardo

mio commento: allora i problemi dello stallo del lavoro e dei suoi contratti che hanno provocato un arretramento Sociale epocale devono essere imputabili al sindacato. Quindi il Paese è in crisi perché Sindacato, Lavoratrici e Lavoratori devono adeguarsi allo sfruttamento a cui abbiamo assistito dal Medio Evo a circa 45 anni fa. Ora dopo l’azzeramento dello Statuto dei lavoratori si vuole sgretolare anche la poca dignità rimasta a Lavoratrici e Lavoratori. Secondo me abbiamo raggiunto il colmo, certi personaggi non possono essere più credibili. Oltretutto non provano nessuna vergogna a dire certe castronerie! Mario Piromallo

Affondo di Squinzi contro il sindacato: “In Italia è fattore di ritardo”. Replica Cgil e Uil: “A rallentare sono le imprese”

Il numero uno di Confidustria commenta lo scontro alla Electrolux sul lavoro a Ferragosto: “Non si devono perdere opportunità di lavoro”. E suscita la reazione di Barbagallo e Camusso

MILANO – “Il sindacato in Italia mediamente è un fattore di ritardo, ha fatto tardare tanto l’ammodernamento e l’efficienza complessiva del Paese”. È il giudizio che il presidente di Confindustria formula dal palco della festa nazionale del Pd a Milano. L’affondo di Giorgio Squinzi arriva nel corso di un colloquio col ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio. Interpellato sulla questione del lavoro a Ferragosto, diventato un caso dopo la vicenda dello stabilimento veneto della Electrolux, il numero uno degli industriali afferma: “Un sindacato moderno deve avere la capacità di rispondere in maniera corretta per non perdere opportunità di lavoro”.

Non è l’unica contestazione che Squinzi fa alle sigle sindacali. “In un’epoca in cui l’economia si muove a una velocità supersonica – ha aggiunto – il fatto che ci si possano mettere quasi due anni per poter scrivere un accordo specifico sulla rappresentanza, che è un fattore di democrazia, non è il modo giusto di fare le cose”.

Un affondo che suscita la reazione del leader della Uil, Carmelo Barbagallo: “Le accuse generiche ai sindacati senza parlare del merito lasciano il tempo che trovano: Confindustria con chi parla e di cosa parla?”. Fattori di ritardo per il Paese, secondo il sindacalista, “sono le imprese che non investono in ricerca, innovazione, processi e prodotti”. E dalla Cgil, Susanna Camusso rileva che Squinzi “continua a usare luoghi comuni”, e resta “nel coro di un dibattito che ha caratterizzato anche il governo, che non riuscendo ad affrontare i problemi del Paese trova su chi scaricarli, e cioè sul lavoro”.

Nel suo intervento alla festa del Pd, il presidente di Confindustria ha parlato anche dell’annunciata riforma fiscale del governo Renzi: “A uno che dice che riduce le tasse noi facciamo un tifo spietato, l’importante adesso è trovare i modi con cui finanziare questa riduzione: ritengo che sia fondamentale mettere mano seriamente alla spending review”. Non dimentichiamo, ha insistito, “gli sprechi che ci sono nel nostro Paese, vedo che c’è anche molta difficoltà a intervenire”. E ha aggiunto: “Il nostro mercato interno non sta andando, le esportazioni invece vanno molto bene. Non siamo come la Spagna, dove l’attività edilizia era il 28 per cento del Pil, non abbiamo una bolla speculativa da far scoppiare come in Spagna, ma dobbiamo rimettere mano all’edilizia, che è un settore che ha alta intensità di manodopera e ha bassissimo contenuto di importazione, quindi assolutamente virtuoso per il nostro Paese. Bisogna puntare all’aumento dell’efficienza energetica e del benessere nelle nostre case, negli edifici industriali e pubblici. E poi il 2,1% che spendiamo in infrastrutture ci sta facendo accumulare ritardi di fronte agli altri Paesi europei, dobbiamo aumentare investimenti. L’alta velocità ha cambiato la vita e l’efficenza del Paese”.
Sulla cifra dei 47 nuovi contratti a tempo indeterminato, registrata fra i dati sull’occupazione pubblicati dal governo, afferma invece: “Ho l’impressione che ci sia qualcosa che non quadra. Perché per curiosità sono andato a vedere i dati del mio gruppo, e dal luglio dell’anno scorso al luglio di quest’anno abbiamo assunto 49 persone. Possibile che li abbia assunti tutti solo Mapei? Credo ci sia qualcosa che va rivisto”. Squinzi conferma che il dato lo ha “lasciato perplesso” e ribadisce, in risposta a una domanda sull’efficacia del Jobs Act, che “in linea di principio è funzionale”.

Alla fine della serata, dopo che il ministro Delrio ha elencato tutta una serie di priorità del governo, dalla semplificazione alla lotta alla corruzione, fino a elogiare l’impegno delle imprese e degli imprenditori nel creare lavoro nel Paese, Squinzi ha concluso scherzando: “A questo punto non mi resta che chiedere l’iscrizione al Pd”