Il nuovo sito del manifesto

foto dal sito de il Manifesto

foto dal sito de il Manifesto

Matteo Bartocci

Il nuovo sito del manifesto

Il manifesto reloaded. ilmanifesto.info entra in una nuova fase. In anteprima il senso e le novità di un progetto editoriale dalla parte dei lettori, unico nel panorama digitale italiano

Un sito in cui il con­te­nuto è sovrano e i let­tori sono pro­ta­go­ni­sti. Que­sto vole­vamo quando abbiamo lan­ciato il nuovo mani­fe­sto digi­tale un anno e mezzo fa e que­sto resta il nostro «piano edi­to­riale». Sem­plice è bello. Il meno è il più (less is more). Niente pub­bli­cità on line, tutti i con­te­nuti gra­tis da subito die­tro un pay­wall (l’offerta a paga­mento oltre una certa soglia ai pro­pri con­te­nuti su Inter­net), un’unica reda­zione inte­grata carta/web/app, uso di sistemi open source o quasi, licenza crea­tive com­mons e ricerca della mas­sima leg­ge­rezza pos­si­bile in tutte le solu­zioni tecniche.

Il tempo e i numeri dicono che l’esperimento è riu­scito. Oggi il pro­getto edi­to­riale imma­gi­nato dalla nuova coo­pe­ra­tiva del mani­fe­sto, con la pre­ziosa con­su­lenza di the­Prin­tLabs, fa un altro passo avanti.

Il nuovo sito su ilma​ni​fe​sto​.info e le nuove app per smart­phone e tablet (tra qual­che giorno) ren­de­ranno la vostra espe­rienza di let­tura ancora più coin­vol­gente, senza rinun­ciare alla sobrietà e alla qua­lità radi­cale dell’informazione.

Nuove «coper­tine di sezione» che pos­sono “set­ti­ma­na­liz­zare” la vostra let­tura, home­page ridi­se­gnata con temi curati e sele­zio­nati, inno­va­zione gra­fica, nuova barra di navi­ga­zione cen­trata solo sui con­te­nuti, un velo­cis­simo archi­vio, nuovo store, nuove font, pos­si­bi­lità di aggior­na­menti quo­ti­diani e noti­zie ulti­mora a pre­scin­dere dall’edizione digi­tale della sera.

Non sono pic­cole cose quando si vogliono tenere sotto con­trollo i costi e offrire un ser­vi­zio com­pa­ra­bile a quello di testate più grandi.

Livelli di pub­bli­ca­zione più flessibili

Finora il nostro obiet­tivo edi­to­riale è stato repli­care su web e app l’edizione quo­ti­diana del mani­fe­sto. Per­ciò un sito ano­malo, con un unico grande aggior­na­mento attorno alla mez­za­notte. Abbiamo cer­cato il pri­vi­le­gio del tempo lento dove tutto attorno invece è istan­ta­neo e le noti­zie si leg­gono e si dimen­ti­cano dopo pochi clic.

Da oggi in poi intro­du­ciamo ele­menti di fles­si­bi­lità in più, che con­sen­ti­ranno a noi e a voi di modu­lare l’informazione secondo il ritmo più adatto, dalla brea­king news di una riga fino a dos­sier tema­tici e curati che restano nel tempo, veri «mini maga­zine» che con­sen­tono di appro­fon­dire al di là dello spunto quotidiano.

Il mani­fe­sto di carta e le edi­zioni sulle app in larga parte con­ti­nue­ranno a coin­ci­dere. Il sito non più, si «sgan­cia» per navi­gare in modo più autonomo.

Dall’homepage alla frontpage

L’80% dei navi­ga­tori non visita la nostra home­page. Per­ciò, senza estre­mi­smi da nativi digi­tali o pes­si­mi­smo cosmico, il cuore del sito è l’articolo singolo.

La pagina dell’articolo (come que­sta) è il «mat­tone» di cui è com­po­sto il mani­fe­sto digi­tale. Il pub­blico si allarga – basti pen­sare ai social net­work – e la vera porta d’accesso al nostro sito è l’articolo. Per­ciò l’abbiamo ridi­se­gnato donan­do­gli pro­fon­dità, fre­schezza, velo­cità, focus esclu­sivo sul con­te­nuto, faci­lità di com­mento e condivisione.

È l’articolo sin­golo l’unica front­page che molti di voi vedono del mani­fe­sto. È quello l’inizio (o la fine) della vostra esplo­ra­zione nel nostro mondo.

Per­ciò, in modi sot­tili che spe­riamo apprez­ze­rete, a par­tire da lì vi offriamo più spunti di let­tura: arti­coli in evi­denza (quelli che secondo noi dovre­ste pro­prio leg­gere), arti­coli col­le­gati a quello che state leg­gendo, arti­coli che in quel momento altri let­tori tro­vano inte­res­santi e stanno com­men­tando, l’edi­zione gior­na­liera in cui quell’articolo è pubblicato.

Testo e con­te­sto non solo per infor­marsi ma per poter appro­fon­dire secondo il pro­prio ritmo di vita e pia­cere personale.

Que­sto non vuol dire che l’home­page pas­serà in secondo piano. È la nostra momen­ta­nea impronta di bit nel mondo.

Tutto il sito del mani­fe­sto è respon­sive, cioè pro­get­tato per re-impaginarsi auto­ma­ti­ca­mente su qual­siasi schermo, dal tele­fo­nino al desktop.

Abbiamo ridi­se­gnato la barra di navi­ga­zione dedi­can­dola solo ai con­te­nuti, aggior­nato la gerar­chia delle varie sezioni/categorie, intro­dotto ele­menti impor­tanti come le noti­zie ulti­mora, arti­coli in evi­denzaarti­coli più letti negli ultimi tre giorni.

Abbiamo rotto la gab­bia gra­fica con una cita­zione e soprat­tutto con una rac­colta curata di arti­coli che può variare a pia­ci­mento e che «accom­pa­gna» la nostra coper­tina. Un ulte­riore livello di let­tura sul fatto del giorno o della settimana.

La scelta del Whitney

Que­sta «rot­tura mor­bida» con il gior­nale in edi­cola è sim­bo­liz­zata anche dalla nuova web­font scelta per i titoli e gli occhielli, il Whit­ney Con­den­sed. Quando con the­Prin­tLabs abbiamo ini­ziato a valu­tare le nuove font da uti­liz­zare sul sito, il Whit­ney ci è sem­brata la solu­zione. Una fami­glia di carat­teri «senza gra­zie», com­patta e molto leg­gi­bile anche in pic­cole dimen­sioni, che è stata pro­get­tata ori­gi­na­ria­mente per indi­ca­zioni, dida­sca­lie e cata­lo­ghi del Whit­ney Museum di New York (da qui il nome).

È una web­font che senza essere pro­ta­go­ni­sta spicca in pagine affol­late e inco­rag­gia la let­tura. Per ridurre il peso del down­load e man­te­nere la leg­ge­rezza gra­fica, inol­tre, abbiamo scelto di man­te­nere il Geor­gia per il testo degli arti­coli, visto che è una font di base universale.

Nuovo archi­vio e nuovo store

Una delle lacune più gravi di word­press (il sistema di impa­gi­na­zione del nostro sito) è l’arretratezza delle fun­zioni di ricerca.

Ricerca e archi­vio sono croce e deli­zia degli edi­tori di tutto il mondo.

Ren­dere dispo­ni­bile tutto quanto si è pro­dotto negli anni è fon­da­men­tale per noi e per i nostri let­tori. Se il gior­nale di carta dura un giorno, Inter­net con­serva la memo­ria per sempre.

Per­ciò accanto alla fun­zione nor­male di ricerca per­so­na­liz­zata (la lente in alto a destra), the­Prin­tLabs ha pro­get­tato un nuovo sistema di archi­via­zione che potrà farvi tro­vare qual­siasi firma e qual­siasi categoria/sezione in un istante.

La fun­zione archi­vio, inol­tre, è raf­for­zata e si trova in tutte le nuove «coper­tine di sezione» (poli­tica, cul­tura, inter­na­zio­nale, etc.), in modo che si possa sem­pre tro­vare di tutto di più.

Anche il nuovo store, final­mente, con­sente di poter gestire la ven­dita di tutti i vari pro­dotti in modo sem­plice e imme­diato sia nel bac­kend (noi) che nel fron­tend (voi).

Pagare per il web si può (e si deve)

Il sito del mani­fe­sto non cerca «traf­fico» da ven­dere in pub­bli­cità. Vende abbo­na­menti. Forme e con­te­nuti che i let­tori devono essere dispo­sti a pagare. Per­ciò abbiamo il dovere di offrire un pro­dotto ben fatto, one­sto e tra­spa­rente. Dove ciò che leggi è scelto da noi per voi e non in base alle sta­ti­sti­che di traf­fico o i «mi piace» sui social network.

Non abbiamo alcun biso­gno di pie­gare la nostra offerta in base ai clic. Ci inte­res­sano le per­sone, non i mouse: «Se non sei inte­res­sato a pagare allora dob­biamo ancora con­vin­certi (e lo faremo). Intanto regi­strati e leggi gra­tis 15 arti­coli ogni due set­ti­mane». Degli 88mila let­tori regi­strati sul sito solo il 3,5% è abbo­nato. È chiaro che se vogliamo con­ver­tire let­tori in abbo­nati dob­biamo miglio­rare, e voi potete dav­vero aiu­tarci, scri­ven­doci e rac­con­tando che cosa volete o pen­sate (lettere@​ilmanifesto.​it).

Con una certa sorpresa, infatti, siamo ancora soli nella strada tracciata l’anno scorso.

Nono­stante vari annunci (per esem­pio il Sole 24 OreRcs) , nes­sun edi­tore ita­liano ha ancora adot­tato un pay­wall, cioè l’offerta a paga­mento oltre una certa soglia di arti­coli su Internet.

A tutt’oggi in Ita­lia lo fa solo il mani­fe­sto (all’estero è quasi la norma). Una carat­te­ri­stica che forse ci pena­lizza nei numeri ma che siamo con­vinti sia l’unica strada (l’altra, i video e i ban­ner pub­bli­ci­tari, si sta rive­lando un vicolo cieco) per ren­dere il digi­tale utile per un quo­ti­diano che trova nell’edicola la sua forma prin­ci­pale di pub­bli­ca­zione e ricavi.

Il futuro è infinito

A bre­vis­simo par­ti­ranno anche le nuove app, fin dall’inizio parte inte­grante di que­sto pro­getto. Men­tre per l’edizione ita­liana di Le Monde Diplo­ma­ti­que stiamo spe­ri­men­tando un nuovo sistema che potrebbe con­sen­tirci uno svi­luppo digi­tale serio e coe­rente anche per que­sto pre­sti­gioso mensile.

Alcune ini­zia­tive edi­to­riali sono ancora in fase di pro­get­ta­zione. Per­ché non fare un mani­fe­sto anche in altre lin­gue, per esempio?

fonte: il Manifesto

http://ilmanifesto.info/il-nuovo-sito-del-manifesto/