Sinistra Italiana: Salario minimo per sconfiggere il lavoro povero

Riprendiamo il redazionale dal sito di Sinistra Italiana del 28/07/2023 di Federico Martelloni, responsabile lavoro di Sinistra Italiana, per confermare che è in atto la raccolta firme per la proposta di una legge costituzionale:

https://www.sinistraitaliana.si/salario-minimo-legale-le-nostre-proposte-legge/

Salario minimo legale: una legge di attuazione costituzionale nel segno dell’unità

La convergenza di tutte le forze politiche del campo progressista attorno a una proposta unitaria in materia di salario minimo legale è estremamente rilevante per almeno tre ragioni.

Innanzitutto, dopo la scelta, deliberata e sciagurata, di dividersi alla vigilia delle elezioni, consegnando il Paese a una destra reazionaria nel campo dei diritti e delle libertà civili e ultra liberista in campo economico-sociale, tale convergenza può annunciare l’apertura di una fase nuova, contrassegnata dalla volontà di privilegiare l’efficacia dell’azione politica sulla rendita di posizione e, per ciò stesso, prospettare la concreta possibilità che si costruisca una proposta per il Paese, radicalmente alternativa rispetto a quella che, oggi, lo consuma e lo impoverisce. Un’alternativa di visione e progetto, da praticare e verificare in Parlamento, nelle istituzioni ma, più ancora, nella società, a partire dai corpi intermedi che vi si muovono.

In secondo luogo, specie in tempo di stagnazione salariale e vigorosa spirale inflazionistica, non è neutra la rilevanza sociale del tema attorno al quale tale convergenza viene a luogo. Il c.d. centrosinistra ha, infatti, progressivamente perduto terreno e consenso nei segmenti del corpo sociale più segnati dalle crisi che si sono susseguite negli ultimi anni. Il Jobs act del Governo Renzi – il solo esponente dell’opposizione che si è significativamente sottratto all’iniziativa sul salario minimo – poi, ha sancito una vera e propria secessione tra la pretesa “sinistra di governo” e il mondo del lavoro, poiché ha introdotto il massimo grado di flessibilità sia in entrata – con la liberalizzazione dei contratti temporanei – che in uscita dal mercato del lavoro mai conosciuta prima, in aperto contrasto con il fondamento lavoristico del nostro sistema giuridico: è toccato, non per caso, alla Corte costituzionale mettere qualche toppa, censurando, ad esempio, i meccanisti di quantificazione automatica delle indennità da licenziamento illegittimo introdotti con l’algoritmo delle c.d. tutele crescenti…per continuare a leggere cliccare:

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