Sinistra e mutualismo, l’antidoto contro i costi della politica
Meno soldi per la politica, più soldi per i cittadini “impegnati” nel sociale. Diamo a Cesare, quel che è di Cesare. In questo caso, diamo a Sinistra Italiana quel che è di Sinistra Italiana. Al di là delle preferenze elettorali, l’iniziativa è lodevole sotto vari punti di vista e dovrebbe essere presa come modello anche dagli altri partiti.
Si chiama Forza ed è un programma con cui il partito del neosegretario Nicola Fratoianni sviluppa progetti sociali innovativi, senza finalità di lucro. Come è finanziato? Coi soldi dei parlamentari di Sinistra Italiana, i quali hanno deciso di decurtarsi l’indennità del 70%, pari quindi a 3500 euro mensili. Si è creato così un fondo di 100mila euro che tramite un bando pubblico mira a sostenere l’attivazione e il potenziamento delle iniziative territoriali ispirate ai principi di trasparenza, partecipazione e innovazione.
In soldoni, tagli ai costi della politica per incentivare forme di mutualismo nella società. Il bando si articola in due diversi percorsi. Il primo è rivolto ai progetti promossi da associazioni, comitati, gruppi informali; esso ha una dotazione di 60mila euro e mira a sostenere un numero fra 20 e 60 progetti per un contributo a fondo perduto erogabile compreso fra mille e tremila euro. Il secondo è rivolto a cooperative, associazioni e imprese no profit per progetti di innovazione e inclusione lavorativa orientati al sociale.
Sul sito che sponsorizza Forza si leggono gli intenti di Sinistra Italiana:
“Il progetto serve per cancellare i privilegi dei rappresentanti istituzionali e al tempo stesso sostenere la partecipazione e consentire a tutti i cittadini di fare politica evitando che questa sia un affare riservato solo ai più ricchi. Per coerenza e soprattutto per sostenere l’iniziativa politica e sociale i nostri parlamentari sono quelli che ‘guadagnano’ meno dato che versano il 70% dell’indennità netta”.
Un’iniziativa (giusta) di restyling che ridà credibilità sia alle istituzioni, ormai screditate agli occhi dei cittadini, sia a quella sinistra radicale finita (giustamente) negli ultimi anni alla berlina per le cene e i cashmere di Bertinotti e Co. Nello stesso momento, a livello politico, non si lascia al M5S l’egemonia della battaglia contro gli elevati costi e privilegi della politica, diventati sempre più insopportabili vista la crisi socioeconomica che attanaglia il Paese.
Inoltre, non appare una semplice mossa propagandistica o populista perché porta risultati concreti, visibili e reali finanziando esperienze virtuose sui territori e associazioni meritevoli.
Del resto, per uscire dai confini dell’Italia, una cosa simile l’ha sperimentata Syriza in Grecia, prima di arrivare al governo. Il partito di Tsipras, mentre era all’opposizione e al potere c’era la destra di Neo Demokratia, ha contribuito a far nascere nel Paese mense del mutuo soccorso, ambulatori e farmacie popolari, riallaccio di utenze, cooperative socio-lavorative per disoccupati, fabbriche recuperate e altre esperienze di autogestione.
“Mutualismo” era la parola magica per contrapporsi al disastro umanitario causato dai memorandum imposti dalla Troika dall’inizio della crisi. In quella fase Syriza creava un sistema nato dal basso che si sostituiva alle manchevolezze dello Stato: dove non arrivava il welfare, arrivavano le forme di autorganizzazione dei cittadini ellenici. Solidarity for all era (ed è) la struttura nata per riunire e coordinare, appunto, le numerose iniziative di solidarietà locali: un’associazione formalmente apartitica e indipendente ma finanziata dai parlamentari di Syriza che versano mensilmente all’organizzazione il 20 per cento del proprio stipendio…
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fonte: Huffington Post