L’Italia obbedisce a Trump: pronti a pagare di più per la Nato. Sinistra Italiana: una follia!
Non ci sono i soldi per salvare Alitalia. Non ci sono per il reddito minimo. Non per dare assistenza ai rifugiati. Senza considerare il sistema sociale che rischia il collasso. Ma c’è un capitolo dove i soldi ci sono sempre, anzi aumentano: le armi.
I governi in tutto il mondo hanno speso l’anno scorso qualcosa come 1.686 miliardi di dollari in spese militari. I numeri provengono da un nuovo repor dell’International Peace Research Institute di Stoccolma (SIPRI).
In Europa occidentale sono aumentate per il secondo anno consecutivo fino al 2,6 per cento nel 2016. L’Italia ha registrato la crescita maggiore, con un aumento dell’11 per cento tra il 2015 e il 2016, più di qualunque altra nazione di questa area del mondo. In cifra assoluta, la spesa è stata pari a 27,9 miliardi di dollari. Circa 55 milioni di euro al giorno.
Il 20 aprile Gentiloni è stato ricevuto con solennità alla Casa Bianca. Tra i temi discussi anche le spese militari che gli alleati devono pagare per sostenere la Nato. Trump ci ha anche scherzato su: «Con il primo ministro italiano abbiamo scherzato: ‘forza, dovete pagare, dovete pagare’, gli ho detto. E pagherà» ha affermato il successore di Obama.
Detto fatto. Al suo rientro in Italia il 27 aprile scorso il premier italiano Gentiloni ha ricevuto a palazzo Chigi il segretario della Nato Jens Stoltenberg. A fine incontro l’annuncio: l’Italia onorerà gli impegni assunti al vertice Nato del 2014, in Galles, sul fronte dei contributi al bilancio dell’Alleanza Atlantica, ma il percorso per arrivare all’obiettivo concordato, cioè portare le spese militari al 2% del Pil entro il 2024, sarà “più graduale” e terrà conto delle condizioni economiche del Paese. Graduale, ma intanto è stato lo stesso Stoltenberg a congratularsi con Roma ed ha sottolineato l’impegno dell’Italia: «Ha aumentato la sua spesa per la difesa grazie a una promessa congiunta fatta nel 2014».
«La spesa militare italiana aumenta (dello 0,4%) mentre il commercio di armi italiane addirittura raddoppia il volume di affari nel 2016. Mentre nei prossimi anni la sanità diminuirà dello 0,2% e l’istruzione dello 0,3% (del Pil) la spesa per armamenti aumenta dello 0,4%» E’ il commento di Giulio Marcon capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana-Possibile.
«In più – prosegue Marcon – dobbiamo aggiungere gli oltre 20 miliardi di euro che spenderemo i prossimi anni per gli F35 le fregate FREMM e gli altri sistemi d’arma. Spendiamo non poco, ma troppo. Se dovessimo rispettare i diktat di Trump e della NATO dovremmo aumentare la spesa militare quanto costa il reddito di cittadinanza. Meglio obbedire a Trump e riempirci le armi o fare il reddito di cittadinanza?»
Per Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana: “L’Italia nel 2017 avrà spese militari e per armamenti per almeno 23,4 miliardi di euro. Sono 64 milioni al giorno. E ora per compiacere Trump dovremmo pure aumentare le spese per la Nato?! Una follia”.
L’Italia conta oggi oltre 9 milioni di persone sotto la soglia di povertà assoluta con un tasso di disoccupazione giovanile al 43%.
Le spese militari mondiali nel 2016 rappresentavano il 2,2 per cento del PIL mondiale.
fonte: Sinistra Italiana
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