I due documenti approvati dalle due Commissioni Congressuali
Testo-base del documento approvato dalla Commissione Progetto e della bozza di Statuto licenziato dalla Commissione Forma-partito
- SINISTRA ITALIANA nasce perché c’è alternativa.
Una politica che serve a chi ne ha bisogno, una sinistra restituita al popolo, un partito come strumento di riscatto ed emancipazione. Questa è la nostra sfida.
C’è alternativa alla guerra, alla società ingiusta, allo sfruttamento del lavoro, alle crescenti diseguaglianze, al degrado della biosfera, all’oppressione di genere, al decadimento della democrazia e della libertà. C’è alternativa al neoliberismo e alle istituzioni, sovranazionali e nazionali, che ne condividono o ne subiscono passivamente la logica.
“Non c’è alternativa” è stato il cuore dell’ideologia neoliberista e del pensiero unico diventato linguaggio e senso comune. E’ un’idea – nutrita dell’Ultima Utopia, il Mercato che si autoregola – che rimuove la storia dell’umanità, figlia delle alternative, e ne oscura il futuro, invece aperto a infinite possibilità. E’ di cinquant’anni fa. Ma la promessa allora fatta dai poteri dominanti di un mondo nuovo, unificato e pacificato, è andata in fumo.
La crisi che stiamo vivendo non è solo economica, ma coinvolge profondamente la natura stessa della politica. La prima domanda che ci dobbiamo porre, nel costruire una nuova forza politica, è: a chi e a che cosa serve la politica? Negli ultimi trent’anni la politica è diventata ancella di un’economia che ha allargato la forbice delle diseguaglianze, destrutturato i diritti e impoverito milioni di persone. La sinistra socialdemocratica -in Italia come in Europa- messasi al vento della globalizzazione neoliberista, ha perso contatto con i propri corpi sociali di riferimento. Se “non c’è alternativa”, allora la politica si riduce a mera amministrazione, quando non a strumento feroce dei ricchi e dei potenti. Il neoliberismo è un sistema, ideologicamente armato, nel quale il denaro ha il primato sull’uomo e perde valore la democrazia rappresentativa e partecipativa. Noi abbiamo il dovere di opporci a questo sistema. Sapendo che –dopo la Brexit, dopo la vittoria di Trump, persino dopo il referendum costituzionale italiano- c’è il rischio che si apra, in assenza di una sinistra riconoscibile, un’alternativa regressiva.
“Sinistra e destra sono categorie superate”: la sentenza è continuamente ripetuta, ma è falsa. Serve a coprire il tentativo delle destre politiche, in atto su larga scala ad Oriente come ad Occidente, di rendersi beneficiarie dei disastri compiuti dalla destra economica. Riattivando i virus sempre coltivati nel corpo del Moderno dai blocchi conservatori e reazionari: xenofobia, pregiudizi etnici e razziali, fondamentalismi religiosi, ipernazionalismi, superstizioni antiscientifiche, sessismo, omofobia, culto cieco del denaro, dei capi, dei demagoghi. Per noi restano fondanti i valori dell’antifascismo, della libertà e della giustizia sociale, valori fondanti da cui vogliamo ripartire per costruire un’offerta politica nuova.
Vogliamo riaffermare il senso e l’utilità dell’azione politica facendo prima di tutto una scelta netta, schierandoci dalla parte di chi non ha ricchezza né potere, di chi è oppresso e sfruttato, di chi vive del proprio lavoro, di chi vorrebbe farlo ma non può e di chi un lavoro neanche lo cerca più. Ma nella nostra società non c’è solo sofferenza e imbarbarimento: ci sono pratiche di organizzazione e resistenza, ci sono saperi diffusi ed esperienze condivise, c’è la generazione più istruita della storia del nostro paese.
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