Sinistra Italiana chiude le porte a Renzi. “Alleanza con Pd possibile solo con svolta a sinistra”
A Rimini il congresso fondativo. D’Attorre: “No a intese preventive solo per spartirsi il premio di maggioranza”. Vendola: “Noi alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un’intera generazione e l’hanno condannata alla precarietà”. Fratoianni: “Scotto continui a fare il capogruppo”. Landini: “Ripartire dall’unità dei lavoratori”
ROMA -Sinistra Italiana, nel giorno del suo congresso fondativo, chiude le porte a Renzi per una possibile alleanza ma non al Pd. “Mai con Matteo Renzi, porte chiuse”, afferma Fabio Mussi, presidente della commissione Progetto, dal palco dell’assemblea del palacongressi di Rimini. Parole accolte da un applauso scrosciante della platea. “Mai con Renzi non perché sia antipatico… oddio, simpatico non è… ma perché abbiamo sperimentato ciò che pensa e vuole e qual è la sua democrazia del potere. Renzi si muove come un avventuriero con lo spirito di un giocatore d’azzardo: il Pd precipita verso un congresso convulso. Non so prevedere cosa accadrà, se vira a sinistra bene, si apre l’opportunità nuova di una relazione, anche se mi sembra questa un’opzione remota” ma se vince la sinistra dem “porte aperte”, sottolinea Mussi.
Porte aperte anche se ci dovesse essere la scissione: “Massima disponibilità a convergenza a alleanze politiche ed elettorali ma non si pensi che qualunque sia l’esito all’interno del Pd l’alleanza è inevitabile. Non ci mettiamo in attesa che qualcuno ci metta in lista, senza svolta a sinistra faremo la nostra autonomia”, conclude.
Nichi Vendola ribadisce il ruolo di SI come alternativa alla politica di destra di Renzi. “Qui nasce una sinistra che non vuole più travestirsi da destra. Una sinistra che vuole fare della lotta contro la disuguaglianza il proprio orizzonte, la propria bandiera. Quando la sinistra, troppo spesso, fa campagna elettorale, si comporta da sinistra e poi quando vince e va al governo, come ha fatto Renzi, realizza il programma della destra, Renzi ha realizzato il programma dell’avversario, di Berlusconi“, ha detto Vendola arrivando al congresso. “Noi siamo una sinistra alternativa a questa terribile resa, alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un’intera generazione e l’hanno condannata alla precarietà”.
Alfredo D’Attorre si dice contrario ad “alleanze preventive”. L’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre ha decretato, di fatto, come legge elettorale “un sistema proporzionale dove ciascuno si presenta con il proprio progetto autonomo e poi le alleanze si fanno dopo le elezioni. No alle alleanze preventive fatte solo per spartirsi il premio di maggioranza. Sinistra italiana deve essere un soggetto che partecipi sin dall’inizio al processo di costituente della sinistra italiana, come proposto da Massimo D’Alema. Possiamo dire di aver visto giusto quando puntavamo sul 4 dicembre per scardinare il Pd e riaprire la partita a sinistra. Ora dobbiamo rilanciare, sulla base di programmi chiari, un lavoro comune con gli altri soggetti per rappresentare una valida alternativa al Pd di Renzi”.
Nicola Fratoianni guarda avanti e si rivolge a Giuliano Pisapia, che da pochi giorni ha lanciato il suo nuovo progetto politico “Campo progressista”. “A Giuliano Pisapia, che ci dice che dobbiamo essere uniti per vincere, dico che è il momento di porsi il problema di cosa fare dopo aver vinto. Il rischio è quello di vincere e di fare il contrario di quello per cui ci siamo battuti. E’ anche per questo che vince la destra”, afferma Fratoianni, che aggiunge: “A Scotto dico, come gli ho detto privatamente e pubblicamente in questi giorni: vieni qua, è il tuo congresso, sei il nostro capogruppo; domani in effetti lui sarà qua. Sarebbe bello che continuasse a fare il capogruppo”.
Per Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, occorre ripartire dai lavoratori, dalla base, dai precari. “Il mercato e l’impresa hanno la loro rappresentanza, chi lavora non li rappresenta nessuno. Per ricostruire la sinistra c’è una precondizione: tornare a unire quelli che lavorano che oggi sono divisi, frammentati, pensiamo ai precari. Su questo serve una rottura. Dobbiamo ridare speranza e dire che insieme si può lavorare per migliorare la propria condizione. Dobbiamo anche ricordarci – aggiunge – che le peggiori riforme del lavoro le hanno fatte le forze che si rifanno al socialismo. Per me la differenza tra destra e sinistra è chiara, ma purtroppo lo stesso non vale per i giovani precari”. Nel suo intervento, Landini sottolinea che negli ultimi anni “la disuguaglianza e la riduzione degli spazi di democrazia sono stati senza precedenti. Oggi c’è una grandissima domanda di concretezza: se le parole non si traducono in fatti concreti finisce che la gente non capisce. C’è il rischio serio di rottura della solidarietà”.
fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/politica/2017/02/17/news/sinistra_italiana_renzi_pd-158558028/?ref=HREC1-7