Ecco come provare a fermare la scia delle morti bianche.
14 GIUGNO 2021 – La Redazione di Sinistra Italiana – Pasquale Barba Segretario provinciale Sinistra Italiana Brindisi
Venerdì 28 maggio, mentre CGIL, CISL e UIL manifestavano in tutta Italia proponendo al Governo e alle associazioni datoriali un Patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro, con proposte anche dettagliate per contrastare con più efficacia e tempestività la “strage” nei luoghi di lavoro, è arrivata l’ennesima notizia riguardante gli infortuni mortali di due lavoratori investiti da vapori tossici nel Pavese.
Il fenomeno drammatico e ricorrente degli infortuni sul lavoro, ormai non è più soltanto un titolo tra i tanti sui media, provocando in ognuno di noi una diffusa e intensa indignazione. Il profondo malessere è dovuto, insieme all’elevata concentrazione di morti bianche di donne e uomini in pochi giorni, all’età acerba di alcuni di loro, come i 22 anni di Luana D’Orazio, i 19 di Samuel Cuffaro e i 23 di Mattia Battistetti.
Su questo drammatico tema è oggi più che mai necessario intervenire su più campi per affermare una cultura praticata in materia di sicurezza del lavoro, che tuteli lavoratrici e lavoratori dagli infortuni e dalle malattie professionali mediante l’attivazione concreta ed efficace di adeguate strategie di prevenzione.
La formazione innanzitutto, purtroppo spesso rispettata solo formalmente e non pienamente compresa nella sua utilità e indispensabilità. Molte aziende non la considerano un investimento primario che consente ai lavoratori di (ri)conoscere bene i rischi, “guardarli in faccia”. Si può obiettare che gli stessi lavoratori talvolta non danno la giusta importanza a tale attività, affrontando con un po’ di noia e sufficienza le ore dedicate. Vero, ma questo accade soprattutto se i momenti formativi avvengono nel pomeriggio dopo una lunga giornata di lavoro, casomai con formatori inesperti a gestire aule con partecipanti poco disponibili, per la stanchezza accumulata, a concedere credito a soggetti che a volte dimostrano lontananza dai temi trattati, sia teoricamente che praticamente.
Come intervenire? Prevedere fondi dedicati soprattutto alle piccole imprese, da utilizzare per finanziare tali attività in giornate appositamente dedicate e non alla fine degli impegni lavorativi. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti per la sicurezza (RLS) è necessaria anche per l’efficace partecipazione degli stessi alla gestione della sicurezza aziendale, come voluto opportunamente dal legislatore. In tal senso, va finalmente resa operativa la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, il cui contributo è previsto dall’art. 48 del Testo Unico in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro nelle aziende ove non sia eletto o designato tra i lavoratori il loro Rappresentante per la Sicurezza. Infine, prevedere per le agenzie formative la trasmissione periodica dei calendari dei corsi da effettuare ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL, con orari e nominativi dei docenti e dei discenti.
Va immediatamente incrementato il personale ispettivo degli organi di vigilanza, raddoppiandolo entro il 2025, in particolare dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali che hanno competenze in tutti gli ambienti di lavoro, al fine di incentivare le attività di vigilanza e monitoraggio e prevenire quelle pratiche scellerate e illegali (condizioni di lavoro sommerso, orari insostenibili), capaci di causare gravi infortuni. Per esempio, la pratica di manomettere i sistemi di sicurezza presenti da tempo nelle macchine e nelle attrezzature di lavoro, protezioni che possono rallentare in una fase iniziale i ritmi di lavoro ma che impedirebbero agli addetti di essere agganciati dagli ingranaggi delle stesse, subendo mutilazioni e financo, come nel caso di Luana, morti atroci.
Contestualmente finanziare, oltre ai bandi Inail per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro anche attraverso i fondi del PNRR, proprio l’acquisto di macchine e attrezzature con sistemi di sicurezza efficaci e aggiornati, incaricando inoltre le ditte e i professionisti della manutenzione dell’obbligo di denuncia dell’eventuale manomissione di questi essenziali sistemi di prevenzione e protezione.
Molte volte, per fortuna, un evento infortunistico si arresta a pochi centimetri da lavoratrici e lavoratori: si tratta di quei mancati infortuni, ad esempio per caduta di pesi dall’alto che hanno solo sfiorato persone che lavoravano o passavano nel raggio d’azione di una gru e che potevano essere gravemente investiti da quel carico solo perché non erano stati previsti percorsi diversificati per il passaggio pedonale rispetto a quello di macchine e mezzi, oppure per una mancata o adeguata manutenzione periodica di quel mezzo.
A quel punto bisogna fermarsi, comportarsi come se quella mancata tragedia sul lavoro fosse realmente accaduta e annotare con precisione l’episodio e le sue dinamiche su uno specifico registro aziendale allegato al Documento di Valutazione Rischi aziendale, predisponendo subito rimedi affinché tale episodio non possa ripetersi.
Ripartiamo dalla indispensabile centralità del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza, a capo del sistema istituzionale previsto dal Testo Unico in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, che deve recepire le indicazioni provenienti dai comitati regionali di coordinamento e i programmi di azione individuati in sede comunitaria. Favoriamo altri percorsi virtuosi come la Cabina di Regia, permanente e non occasionale, tra Ministero della Salute, Ministero del Lavoro, Sindacati e Rappresentanze datoriali e i Protocolli per la Legalità e…
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