«Quello che è successo oggi nella commissione Bilancio della Camera è gravissimo e inaudito da ogni punto di vista», dichiarano i capigruppo di Sinistra italiana Giulio Marcon e Loredana De Petris.
«Prima, in aperto spregio della Costituzione, si reintroducono i voucher dopo averli cancellati per evitare il referendum. Poi li si fa passare in commissione col voto di Forza Italia e della Lega: così Berlusconi e Renzi preparano il terreno per il governo comune che hanno evidentemente già concordato dopo le elezioni. Ma c’è un limite a quanto si possano prendere impunemente in giro i lavoratori e gli elettori», proseguono i due capigruppo.
«Chiederemo immediatamente un incontro al presidente della Repubblica perché intervenga nel suo ruolo di garante della Costituzione impedendo questo scempio della Carta. Renzi ha fretta di votare e non vede altro. Ma non può cercare l’incidente sulla pelle dei lavoratori, dei giovani e dei precari come sta facendo», concludono Marcon e De Petris.
Il Jobs Act di Renzi e Poletti nell’estate 2015 ha fatto esplodere l’utilizzo dei voucher ampliandone ulteriormente la possibilità di utilizzo. È stata un valanga. Già in pochi mesi, alla fine del 2015, l’INPS certificava l’esplosione dell’utilizzo di tale strumento: + 70% rispetto all’anno precedente, fino ad arrivare nel 2016 a oltre 145 milioni di voucher venduti. Quasi 300 voucher al minuto. Il tutto sulla pelle dei lavoratori.
Al contrario della propaganda che li ha accompagnati, i voucher non hanno favorito la lotta al lavoro nero, ma anzi hanno consentito di coprirlo e legittimarlo con questo strumento di sfruttamento e impoverimento del lavoro, sostituzione di lavoro stabile.
Nella scorsa primavera milioni di persone hanno firmato a sostegno dei referendum proposti dalla CGIL: tra questi un quesito per la totale abrogazione dei voucher.
Essendo ancora fresca la loro sconfitta del 4 dicembre sulla Costituzione, per evitare la celebrazione dei referendum già calendarizzati per il 28 Maggio 2017, temendo ancora una volta il voto popolare, Gentiloni gioca d’anticipo ed emana un decreto con cui abolisce i voucher: una vittoria, seppur ottenuta a tavolino.
Adesso, trascorsi neanche due mesi dall’emanazione del decreto di abolizione, il governo intende reintrodurre i voucher, cambiando il nome, ma non la sostanza aggirando la volontà popolare e prendendosi gioco di un istituto costituzionale come quello referendario.
Questo emendamento non è solo una forzatura politica ma un atto ai limiti della legittimità democratica, una manifestazione dell’arroganza del potere.
Ancora più grave è che questo ignobile gioco politico si svolga a danno di milioni di lavoratori offendendo la dignità delle istutuzioni democratiche e di milioni di cittadini.
Per questo ci mobiliteremo, negli appuntamenti lanciati dalla CGIL, e con volantinaggi già in questo fine settimana.