TORINO
10 anni fa la strage alla Thyssenkrupp. Airaudo: le imprese non hanno imparato la lezione
«Ho ancora un ricordo nitido e doloroso di quella notte. Quando arrivai trovai una scena di disperazione, come di impotenza. Quanto avvenuto alla Thyssen fu una strage, e la parola strage non dovrebbe mai essere accostata alla parola lavoro. Su quanto avvenuto a Torino nella notte del 5 dicembre 2007 c’è stato un ottimo lavoro della magistratura, meno da parte del mondo politico e imprenditoriale che non hanno imparato la lezione. Nessuna autocritica, nessuna riflessione. E anche oggi la sicurezza sui luoghi di lavoro non è sempre al primo posto in una azienda».
Lo afferma Giorgio Airaudo, deputato di Sinistra Italiana ed esponente di Liberi e Uguali, all’epoca dei fatti segretario provinciale della Fiom-Cgil torinese.
«Lo stabilimento Thyssen era in via di dismissione, ma si continuava a lavorare per produrre fino all’ultimo risparmiando sulla sicurezza, prosegue Airaudo. Fecero bene Guariniello e il suo pool a parlare di incendio doloso e omicidio volontario per i dirigenti dello stabilimento di Torino. Perché nei processi di ristrutturazione spesso si abbassa la guardia. Su questo punto mi sarei aspettato una riflessione del mondo delle imprese. La ricerca del massimo profitto e della maggiore competitività deve avere un limite. Invece negli ultimi venti anni si è affermata una cultura che pensa solo ad aumentare il profitto ai danni della componente umana. Va mantenuta alta l’attenzione, gli infortuni e gli incidenti mortali sul lavoro sono in aumento. Mentre gli ispettori sono pochi, le risorse scarse e gli strumenti legislativi sono stati destrutturati. La situazione in questi dieci anni, purtroppo non è migliorata», conclude Airaudo.
10 anni fa la strage alla Thyssenkrupp. Airaudo: le imprese non hanno imparato la lezione