di Angelo Gerosa. Di tutti i gruppi parlamentari europei l’unico a crescere è il GUE/NG (sinistra europea/verdi nordici) che sale da 39 a 45 parlamentari e spera in ulteriori adesioni, ad esempio i 5 deputati “indignati” eletti in Spagna e la deputata femminista eletta in Svezia.
I popolari pur rimanendo il primo partito con 230 deputati, perdono 44 seggi soprattutto a causa delle batoste subite da gollisti e Forza Italia.
Pure il PSE, secondo gruppo con 191 eletti, subisce una flessione, sia pure contenuta in soli 4 seggi grazie al clamoroso successo di Renzi.
Ridimensionati di ben 20 deputati i liberali (64 seggi) che evidentemente hanno ceduto elettori all’estrema destra.
I conservatori perdono 11 deputati di cui ben 9 dei Tory inglesi e si riducono pertanto a 46 parlamentari
I verdi reggono mantenendo 52 seggi, grazie anche alla giovane leader tedesca Keller che porta ben 11 connazionali a Strasburgo.
I regionalisti parrebbero lievemente in aumento con 38 eletti (+ 7) ma dal conteggio andranno tolti i 5 deputati della Lega che attendono la costituzione del nuovo gruppo neofascista guidato da M. Le Pen e Salvini potrebbe portarsi appresso altri regionalisti “euroscettici”.
Gruppo neofascista di non facile costituzione in quanto l’estrema destra è notoriamente ultranazionalista e per formare un gruppo occorre un accordo tra deputati provenienti da almeno 7 paesi. Ma se questo nuovo gruppo vedesse l’adesione di tutti i cosidetti euroscettici, potrebbero divenire addirittura il terzo gruppo parlamentare.
Discorso a parte per i 17 parlamentari di Grillo che, non avendo ancora formulato alcuna preferenza, probabilmente rimarranno nel limbo dei senza partito nonostante gli incontri politicamente spudorati (Salvini ecc.) orchestrati dal tragicomico genovese a Strasburgo.
Il GUE con ben 14 paesi rapppresentati è il terzo gruppo in quanto a plurinazionalità: 8 greci, 7 tedeschi, 5 spagnoli (che come scritto potrebbero raddoppiare), 4 francesi, 4 portoghesi, 3 cechi, 3 irlandesi, 3 italiani, 2 ciprioti, 2 olandesi, 1 danese, 1 finlandese, 1 svedese ed 1 inglese (nord irlandese per la precisione).
Risultati notevoli in Grecia e Portogallo dove, sommando nuova sinistra e comunisti si ottiene rispettivamente il 33% ed il 17%, a Cipro (27%) ed in Irlanda (17%).
In Spagna un risultato buono ed anche intelligente: la lista unitaria, nonostante la concorrenza degli “indignados”, con il 10% elegge 6 deputati: 5 GUE ed 1 verde. Una lezione per i verdi italiani che hanno preferito correre da soli e non avere eletti?