Fanno troppo male le immagini della strage di bambini che arrivano dalla Siria.

Troppo orrore, troppo sgomento, troppa rabbia e dolore.

Quei bambini sono vittime innocenti di orrendi crimini di guerra, sono il simbolo di una civiltà che muore, perduta nella violenza, nell’odio e nella totale mancanza di rispetto per la vita umana.

Sei anni di guerra civile e nessuno che si preoccupi davvero di imporre il rispetto del diritto internazionale e del diritto a fuggire e trovare asilo fuori dalla Siria.

Nessuno che davvero si adoperi con tutti gli strumenti necessari per costruire la pace.

Ritroviamola questa parola, urliamola nelle piazze, alle nostre finestre: la pace è un dovere, è da sempre la nostra prima battaglia per un mondo migliore.

Abbiamo delle responsabilità enormi, come comunità internazionale, come Italia, come cittadini ed esseri umani.

Sentiamoci chiamati in ogni momento della nostra vita all’impegno per fermare questo orrore.

Noi, come sempre, in parlamento faremo ciò che dobbiamo. Ma fuori, fuori da quel grande portone, c’è bisogno oggi più che mai che il popolo della pace torni a farsi sentire.

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