Poesia di Renzo Baricelli – Redazione
Eravamo in tanti in cerca di un rifugio
e venne sera senza buio la Luna dorata tonda e piena rischiarava l’aria
tutti parenti: genitori, zie e zii e la nonna e noi, una decina di bambini.
Accovacciati stretti su coperte e trapunte distese su una tacca scavata all’istante coi badili sulla riva erbosa.
Con l’alto argine del canale alle spalle come riparo dalle cannonate e davanti, l’acqua limpida scorreva quieta.
C’era silenzio per un minuto o due tra uno sibilo che accaponava la pelle subito seguito dal fragore dello scoppio degli obici sparati contro i tre ponti.
A tratti, sulla cima dell’argine a gruppi di cinque o sei passavano soldati tedeschi che non portavano armi per scappare più svelti.
Vedendoci, chiedevano, guardinghi, dove fosse un ponte e la risposta frettolosa e vaga era “si, più avanti” mentre i sibili e gli scoppi non interompevano mai.
E venne l’alba grigia e livida e in quell’alba cessò il passare dei tedeschi cessò il sibilo e il fragore degli scoppi.
E in quella luce grigia apparve un Uomo sull’argine di fronte. E’ stata una zia a chiamarlo “ Eiii, lu, chi elo “. E quello si fermò a guardarci. Allora la donna si palesò e disse “Son la Caneta de Villadose”
e invitò l’Uomo (che parve riconoscerla) a guadare il canale che l’acqua era bassa. E l’Uomo passò sulla nostra riva e tremante in tutto il corpo con il panno che gli era stato dato si asciugò le gambe e si mise una coperta sulle spalle.
Livido in volto. Era sconvolto .. E raccontò la STRAGE “NON SO PERCHÈ SONO ANCORA VIVO . I TEDESCHI CI HANNO RASTRELLATI CI HANNO FUCILATI. TUTTI MORTI. CONTRO IL MURO DEL CIMITERO DI VILLADOSE ”. E pianse. E venne con noi alla nostra casa in un silenzio cupo di dolore. Il giorno dopo LIBERI dai tedeschi LIBERI dai fascisti l’incubo della dittatura e della guerra era finito. Finalmente! Nei visi negli occhi nelle voci della Gente che uscita dalle case si abbracciava, io, allora ragazzino, ancora oggi ricordo che insieme al pianto per i morti si scambiavano fiducia ancora nella vita e una grande speranza di riscastto. E venne la Repubbluca Democratica fondata sul lavoro. E venne la Costituzione, un testo esemplare che ha sancito ciò che il fascismo aveva soffocato violato - la Libertà - e l’Uguaglianza - i diritti dei lavoratori e delle donne - i limiti e i doveri della proprietà privata - e PER SEMPRE IL RIPUDIO DELLA GUERRA. La Cosituzione così ha dettato la via per la rinascita, si, un sogno! Da realizzare con occhi aperti mente lucida e forza per lottare ... E si ancora oggi. SI, ANCORA OGGI ...