La politica deve essere libera di esprimersi e di organizzare momenti di incontro e discussione intorno alle proposte che ogni partito elabora e presenta, ma deve farlo nel rispetto del confronto senza che nessuno possa arrogarsi il diritto di dare patenti a chicchessia; per questo riteniamo assolutamente fuori luogo e insultante, oltre che indice di scarsa cultura democratica l’ennesima uscita della Ministra Boschi che pretende di bollare come “non veri partigiani” quanti iscritti all’Anpi (e saranno la maggioranza) voteranno NO al referendum Costituzionale.
Abbiamo una concezione e una pratica del confronto democratico molto lontana da quella della Ministra e la mettiamo in pratica tutti i giorni dialogando con cittadine e cittadini nell’impegno che mettiamo nel Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Sesto San Giovanni e continueremo a farlo.
Molti di noi sono iscritti alla sezione sestese dell’ANPI e alcuni di noi fanno parte dei suoi organismi dirigenti; mai arriveremmo a classificare come “cattivi partigiani” quelle compagne e quei compagni che, seppure in minoranza, ritengono di votare sì al referendum del quale il recente congresso ha dibattuto e nel quale una elevatissima maggioranza ha approvato la linea dell’ANPI nazionale.
La divisione tra buoni e cattivi la dice lunga sulla valenza divisiva dell’azione del Governo tesa sempre ad individuare vincitori e vinti nella necessità di crearsi nemici nel tentativo di mettere innanzi a tutto anziché l’elaborazione condivisa la contrapposizione.
Ci auguriamo che la sezione locale dell’ANPI ribadisca che non esistono “partigiani veri” e “partigiani non veri” e che chiunque sia iscritto e si impegni dentro la più grande associazione antifascista d’Europa, indipendentemente dalle posizioni sulle questioni di politica contingenti, ha diritto ad essere pienamente considerato antifascista e partigiano.