Impazzano in questi giorni i commenti e le prese di posizione sul destino delle aree Falck e si va dalla richiesta di referendum (su cosa esattamente?) all’invocare la presenza di Renzo Piano in Consiglio Comunale; sembra che di colpo ci si accorga adesso della presenza nel progetto di insediamenti commerciali che già erano previsti nella misura, che non cambia, del 10% del’edificabile e non come falsamente riportato da qualche giornale del 10% dell’intera area.
Bene ha fatto Monica Chittò a precisare che il progetto non si scosta da quanto previsto e indirizzato proprio da Renzo Piano.
In un clima da campagna elettorale in molti si scordano che si tratta della restituzione alla città di un’enorme area già ampiamente consumata da un secolo di industria pesante, che parte di quest’area (che è di proprietà privata) è stata resa pubblica per consentire la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca e che le bonifiche sono partite, e ci si scorda anche che non sono sufficienti “le belle idee”, ma che qui come in tutto il Paese vi è necessità di investimenti e di investitori e stupisce che a parlare di cementificazione sia la destra, quella stessa il cui ex candidato Sindaco ha cosparso il territorio di scheletri incompiuti.
Stupisce anche l’acrimonia dei commenti di un ex Sindaco.
Ben venga il confronto, la trasparenza e la partecipazione che deve necessariamente coinvolgere la città a patto che al centro non vi sia la propaganda elettorale, ma i contenuti concreti dei progetti e delle proposte e che non si pretenda di sostituire il ruolo delle istituzioni locali (Consiglio Comunale innanzitutto) con la concessione di tribuna ad un (seppur prestigioso) architetto.
Un osservatorio permanente promosso dall’Amministrazione quale strumento di aggiornamento, informazione e confronto e coinvolgimento della città può essere utile affinché gli slogan non prendano il posto della necessaria discussione su quanto davvero si andrà a realizzare.