Sesto: welfare metropolitano. Un dibattito utile e necessario

di Umberto Billo. Martedì 24 novembre, nella sala della biblioteca, si è svolto un dibattito molto interessante organizzato da Sinistra Ecologia e Libertà sullo stato sociale, o per dirla all’inglese, sul welfare delle città attorno a Milano.
Questa serata aveva come “protagonista principale” Pierfrancesco Maiorino del PD, assessore della partita al comune di Milano. Purtroppo non è riuscito ad arrivare essendo impegnato a Milano in, immaginiamo, lunghe e difficili discussioni sulle primarie per la scelta del sindaco dopo la autocandidatura di Bassolino a Napoli e la proposta di Matteo Renzi di spostare tutte le primarie per la scelta dei sindaci che concludono i loro mandati il prossimo anno a marzo 2016.
Non svelerò certo un segreto se racconto ai nostri lettori che questa serata era stata organizzata per parlare di Welfare ma che aveva anche un secondo scopo, meno importante del primo, ma comunque interessante e chissà, di buon auspicio se ricordiamo che nel lontano settembre 2010 proprio SEL aveva realizzato la prima uscita pubblica in assoluto di Giuliano Pisapia, nella sala de Camino a Sesto san Giovanni, appena candidatosi a Sindaco di Milano.
Ma torniamo alla nostra serata, aperta da Giuseppe Roccisano che legge un saluto di Maiorino di scuse per la mancata presenza e invita al dibattito Chiara Passani, assessora al comune di Cormano del Welfare che ci ha lungamente e chiaramente tratteggiato le difficoltà e il lavoro che il suo assessorato svolge per rispondere ai bisogni dei cittadini, bisogni di aiuto non solo degli anziani che richiedono più cure ed assistenza ma anche dei giovani e delle famiglie in difficoltà pe la continua chiusura di attività economiche.
Queste maggiori difficoltà hanno chiaramente una ragione nella continua riduzione dei trasferimenti dallo Stato e dalla regione Lombardia che ha puntato da anni la sua idea di welfare come attività sempre più privata (la chiamano sussidiarietà questo continuo scivolamento verso il privato, che guarda caso è in mano alla Compagnia delle Opere, braccio operativo di Comunione e Fatturazione).
Il secondo contributo della serata ci viene portato da Lella Brambilla, sestese e presidente regionale di AUSER, associazione di volontariato, che in questi anni ha ampliato le proprie attività proprio per la continua riduzione di fondi dati allo stato sociale, attività decisamente importante, ma non sostitutiva al disimpegno e alla riduzione delle risorse fatte in continuazione. AUSER non può sostituirsi allo stato o ad altri enti di protezione, essendo fatta da volontari generosi e capaci, ma non in possesso di qualifiche e conoscenze mediche o psicologiche che sono necessarie per dare a tutti i cittadini una vita degna di essere vissuta, anche a coloro che hanno problemi o patologie di varia natura.
E’ venuto poi il turno di Luca Gibillini, consigliere comunale di Milano che ci ha portato l’esperienza del suo comune, esperienza importante per la dimensione della città e per le sue capacità economiche che le permettono una gamma di interventi a favore dei cittadini deboli o in difficoltà molto ampia. A Milano è stato sperimentato un sistema di welfare che vede naturalmente la parte pubblica negli aspetti più importanti della cura, mentre alcune parti sono state conferite a cooperative sociali con il controllo del pubblico.
Purtroppo questo sistema misto pubblico-privato per alcune funzioni di cura di fragilità sociale o legate all’età non può che allargarsi, sia per le minori risorse destinate dai governi sia per il continuo (e fortunato dico io) aumento delle aspettative di vita. La funzione di controllo e di verifica della qualità di queste strutture diventa a questo punto l’aspetto più importante per gli amministratori.
Ma Gibillini ha voluto anche ampliare il suo contributo alle vicende di Milano nelle quali SEL conferma la necessità di continuare l’esperienza positiva della Giunta Pisapia, esperienza che a detta di tutti i commentatori, ha segnato un vero e proprio rinascimento della città dopo le tristi esperienze di Albertini che ha detto di se stesso di essere solo un “amministratore di condominio” e della Brichetto-Moratti, che oltre alla cementificazione distruttiva ha anche permesso ai cripto-fascisti di AN-PDL di spargere con le parole e con i progrom anti rom un velo di infamia sulla città.
E finalmente, “least but not last” ha parlato la ns assessora alla cultura, Rita Innocenti che in poche parole ci ha ricordato (a noi tutti, che pensavamo al welfare come fatto sostanzialmente legato alle malattie o alle fragilità) che il welfare ha una componente importante nell’aspetto culturale, e che non basta la cura del corpo senza una decisa coltivazione della mente attraverso le attività culturali della lettura, del dibattito, delle arti, della conoscenza storica, etc etc.
Come prova del suo ragionamento ci ha portato il fatto che nel Terzo Reich le cure mediche erano eccellenti ed i tedeschi godevano di una sanità di primordine, ma che la totale cancellazione della cultura fatta di discussione, proposte diverse, dissenso ha portato al disastro umano e materiale per la civiltà europea che ricordiamo ancora con ribrezzo.
Io direi in chiusura, che nonostante la mancanza di Pierfrancesco Maiorino come relatore principale, gli altri se la sono cavata più che bene, dandoci un insieme di idee che ci saranno sicuramente d’aiuto.